A Reggio piccoli esperimenti crescono. La fabbrichetta digitale della paura
Cittadini preoccupati e forze dell’ordine allertate dal deputato-avvocato-pubblico ufficiale
LA FREGOLA
Prendere lucciole per lanterne. È un vecchio proverbio che nel caso notturno del deputato Gianluca Vinci si traduce in “scambiare un codice verde per un allarme rosso”. La causa di tanto abbaglio è probabilmente la fregola salviniana che eccita l’onorevole, segretario regionale, consigliere comunale reggiano, leghista.
Malissimamente informato da chissà chi e chissà come, il deputato martedì alle 22,14 ha postato sul suo profilo Facebook questa segnalazione: “Voci ci una sparatoria a Villa Cella (frazione di Reggio) poco più di mezz’ora fa, in una nota pizzeria, se confermata sarebbe un ennesimo grave fatto, altro che la Città delle Persone”.
Una bufala. In verità a Villa Cella era stato soccorso un ciclista investito.
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La fregola ha seguito il suo percorso social-mediatico moltiplicatorio perché il profilo di Vinci conta 896 follower. La comunicazione del parlamentare sino al momento in cui scriviamo è stata condivisa 12 volte, ha conseguito 69 reazioni (le faccine) e raccolto 25 commenti.
Anche se con tutte le precauzioni traslate al condizionale del “voci”, del “se confermata” del “sarebbe”, l’azzardo si è trasformato in una fake news. Altroché supposta sparatoria. Una fake news così imponente che di lì a poco è iniziato il tam tam dei cittadini, si sono mobilitati carabinieri, polizia con impegno di pattuglie, verifiche, ricerche, comunicazioni.
Cioè le forze dell’ordine - a fronte del nulla pressapochistico digitato su un telefonino - sono rimaste impegnate con dispendio di uomini, mezzi, tempo. E anche con l’allertamento della popolazione. V’è da immaginare che il mattino seguente le forze dell’ordine e qualche ufficio giurisdizionale abbiano valutato l’avvenimento, ben al di là della sua traiettoria politica, del fraseggio finale in forma di morale che coniuga la sparatoria per sentito dire con la “Città delle Persone” decantata dai partiti antagonisti.
Nella sfilza di cariche ed incarichi del deputato Vinci stavolta è bene aggiungere un’altra sequenza di attributi che non sono suppellettili: è vicepresidente della Commissione affari costituzionali, della presidenza del Consiglio e Interni; della Giunta per le autorizzazioni; del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa. Per farla breve, l’avvocato Vinci è un fior fiore di pubblico ufficiale. Quindi con responsabilità maggiori (quanto l’immunità). Poi con lo svolgersi delle ore e la messa a fuoco dei fatti di Villa Cella, Vinci ha sviluppato una retromarcia tattico-strategica con altri post d’alleggerimento.
Ho descritto l’impeto di Vinci come una fregola. Termine che nel suo senso figurato dipinge la smania, la frenesia. Forse di quel tipo imitativo del capo. Questo è un fenomeno preoccupante che produce tre esiti. Per prima cosa instilla paura, e al riguardo non c’è tema di smentita: altrimenti l’altra sera la gente non si sarebbe messa in allerta e sul posto non sarebbero arrivati carabinieri e polizia. Per secondo effetto questa sensibilizzazione contraddice lo spirito del “controllo di vicinato” molto sostenuto dalla Lega, il quale, però prevede che prima di qualsiasi sussulto maldestro vanno contattate le forze dell’ordine. A conti fatti, invece, Vinci ha accalorato i suoi fan. Infine, come terza sveglia, va ricordato che da nove mesi il ministro degli Interni è il segretario nazionale della Lega.
Eddi Viani ha commentato in coda la fake news sul profilo dell’onorevole Vinci: “ A casa mia si chiama procurato allarme. Art. 658 del codice penale. Sig. Gianluca Vinci, Avvocato ed Onorevole, dovrebbe essere informato in merito. Buon Lavoro”. Il commento di Viani è stato rapidamente cancellato. —
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