Se la giunta di Bibbiano si dimettesse
L'editoriale della domenica del direttore della Gazzetta di Reggio, Stefano Scansani, su Bibbiano e le dichiarazioni di Salvini contro quella comunità che lui stesso ha contribuito a martellare, diffamare, mettere alla gogna istituzionale
BIBBIANO. Commissariare Bibbiano. Questa potrebbe essere la risposta alla furberia del ministro dell’Interno del deceduto governo Conte: cioè consegnare alla gestione prefettizia la comunità che lui – Matteo Salvini - ha contribuito a martellare, diffamare, mettere alla gogna istituzionale.
In quale altro cantone del mondo capita che un ministro della Repubblica applauda Lorella Cuccarini che si adegua all’omnibus spettacolistico scrivendo: “Bibbiano è una barbarie assoluta, uno strazio, un incubo. Non ne posso più del politicamente corretto”?
Far passare Bibbiano come epicentro del male è un’operazione da impresa di demolizioni, non da attività e autorità ministeriali. È indubbio – così gli accaldati commentatori si tranquillizzano – che la Giustizia deve colpire durissimamente tutti i responsabili degli affidi illeciti in Val d’Enza. Uno dopo l’altro. E se il sistema è vecchio, sfatto, marcio, sbagliato, anch’esso va preso a calci, sia dal punto di vista amministrativo, sia operativo e politico.
Lo riscrivo: politico.
Il caso dove potrebbe rientrare l’opportunità del commissariamento è contemplato nel Testo Unico degli Enti Locali: le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali. In questo modo la preda (il municipio bibbianese, la gente di Bibbiano) verrebbe conferita nelle mani del ministro capolega, e che s’arrangi. Nel senso che il commissario prefettizio sarebbe tenuto a coordinare la “crisi di reputazione” del paese sbeffeggiato dallo Stato e con l’obbligo morale di querelare i calunniatori di strada e di governo.
Ministro compreso. Provi. Le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali di Bibbiano rappresenterebbero una risposta alle bugie del ministro dell’Interno. Dalla cronaca della visita del 23 luglio del ministro Salvini riporto questo passaggio (zuccheroso, perché lui parlava in loco): “Salvini strizza però l’occhio ai bibbianesi, costretti a subire intemerate sui social. Quindi pugno duro contro gli indagati ‘ma voglio che quando uno cerca Bibbiano su Google lo cerchi per il lavoro, per la comunità, per come vengono su bene i ragazzini e i giovani. Perché non meritate di essere riconosciuti nel mondo come la comunità degli orchi o dei ladri di bambini’”.
Non è un altro Salvini quello che pochi giorni dopo si è contraddetto propalando veleni e video fake sui social: “Pazzesco Amici! Guardate con i vostri occhi: ecco come portavano via i bambini a #Bibbiano…”. Il capolega in quel post aveva rilanciato anche un video del “prelievo” di un bimbo (non avvenuto a Bibbiano) con la scritta “Bibbiano: ecco come portavano via i bambini”.
L’amministrazione di Bibbiano è vulnerabilissima, non soltanto perché il sindaco sospeso Andrea Carletti è ancora agli arresti domiciliari, o attende gli esisti dell’indagine... Ma perché s’è ritrovata in un frullatore nazionale grande, invincibile, che se ne frega della distinzione fra Val d’Enza, Unione dei Comuni, amministratori e operatori, cittadini, qualche affido o tutti gli affidi, le atrocità e la brava gente.
Bibbiano è il target (il bersaglio), e basta. Vulnerabilissima, perché la giunta non è stata nemmeno in grado, al momento giusto, di utilizzare gli stessi mezzi dei tanti visitors (Meloni, Salvini, Bonafede, Zingaretti...), dunque convocare conferenze stampa, invitare giornali e tivù e dire la sua o annunciare qualche iniziativa importante, anche clamorosa, per tutelare il municipio e i cittadini dall’onda e dall’onta della rubricazione “Bibbiano” per tutto ciò che ha a che fare con gli affidi illeciti e altre nefandezze.
La raffica delle querele per diffamazione è stata rimandata dopo l’estate, e sarà strutturata e metodica – è stato riferito alla Gazzetta - col supporto costante di un avvocato. Con questa previsione il Comune ha elevato il budget per le spese legali. Ma questa brutta storia non è di amministrazione ordinaria. Sveglia.
La risposta della giunta bibbianese del 7 agosto all’ultima uscita di Salvini è stata insignificante: “Non siamo suoi amici; il video non è stato girato a Bibbiano; aveva garantito di abbassare i toni; noi quando suona l’Inno di Mameli lo rispettiamo, ci alziamo in piedi e ci mettiamo la mano sul cuore...”.
Ora che il governo gialloverde va a gambe all’aria, Bibbiano rischia due scenari: nel parapiglia della campagna elettorale si dimenticheranno di Bibbiano, oppure il cosiddetto Caso Bibbiano piglierà ancor più rilevanza sino alla sua totale strumentalizzazione.
Certo, la mia è una provocazione: denunciare Salvini e poi andare a casa tutti. Che ci pensi lo Stato a cavare questo paese dall’elenco dei brutti e cattivi.