Gazzetta di Reggio

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Escursione in bici per valorizzare l’oratorio di S.Genesio

Mauro Pinotti

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FABBRICO. In occasione della Sagra di San Genesio che si è svolta nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale ha pensato di valorizzare l’antico oratorio di San Genesio, gioiello architettonico e di culto incastonato nella meravigliosa e florida campagna, là dove un tempo sorgeva il castello dei Da Palude, vassalli di Matilde di Canossa, di cui solo un fossato ora ne restituisce la lontana memoria.

Per festeggiare è stata organizzata un’escursione in bicicletta dalla chiesa Santa Maria Assunta, che conserva il reliquiario di san Genesio Martire, retaggio della centuriazione romana, che da via Piave arriva all’oratorio di San Genesio.

Là, oltre all’antica statua del santo – conservata fino al terremoto del 2012 nella nicchia sopra l’altare – e alla campanella, che hanno avuto entrambe la rituale benedizione, sono entrati in azione gruppi di giovani ciceroni capaci di stupire con le loro narrazioni, i fotografi di Scattomatto, che hanno dato preziosi consigli per fare istantanee d’autore che potranno candidarsi al concorso internazionale Wiki loves monuments.

Si tratta di un concorso fotografico svolto annualmente nel mese di settembre, il cui scopo è raccogliere immagini del patrimonio culturale mondiale affinché possano essere caricate su Wikipedia.

Dopo una gustosa merenda conviviale, i numerosi partecipanti sono saliti di nuovo in sella e sono passati davanti alla corte Cracco, dove i pilastri d’ingresso recano ancora dipinti (recentemente restaurati) dell’artista naïf Elena Guastalla, all’edicola votiva di santa Liberata, che custodisce l’opera dell’artista Leda Fantini, e sono arrivati alla Corte Rubinia, aperta in esclusiva per i visitatori. E via pedalando, dalle scuole, gioiello Liberty, di via De Amicis fino alla chiesa parrocchiale.

Per quanto concerne la chiesa di San Genesio, la Sovrintendenza di Bologna ha risposto favorevolmente alla richiesta di vincolo di tutela dell’antica struttura, le cui tracce si perdono nella notte dei tempi. Ai primi di gennaio è arrivata la lettera di conferma che ha dato risultati al lavoro svolto in questi due anni da tutti coloro che si sono sentiti vicini all’istanza di conservazione di un sito che risulta essere il luogo da cui ha avuto origine Fabbrico. —

Mauro Pinotti

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