Gazzetta di Reggio

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UN SOGNO IN FRANTUMI 

Espulso l’ex bomber accusato di strupro

Ambra Prati
Espulso l’ex bomber accusato di strupro

Il 29enne nigeriano Quham Babatunde, promessa della Reggiana, nel 2018 avrebbe violentato una studentessa a Padova

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Ricomparso nel Reggiano, dove è risultato clandestino, è stato portato al Cpr di Bari ai fini dell’espulsione. Si tratta di Quham Babatunde, detto “Mike Obumbo”, 29 anni, ex promessa del calcio che ha militato nella squadra giovanile della Reggiana, oltre che nella nazionale nigeriana under 20. Una vita avventurosa, quella della stella del calcio, approdato in Italia da giovanissimo sui barconi: lanciato dalla Reggiana, ha girato i campi dell’Emilia-Romagna e del Veneto, senza riuscire a sfondare pare per un infortunio che ne avrebbe condizionato il destino.

Nel pomeriggio di mercoledì scorso, alle 15, durante un controllo del territorio, la polizia di Stato ha fermato in viale Regina Elena una Golf di colore nero con due nigeriani a bordo. Il conducente, un 22enne con permesso di soggiorno, ha mostrato agli agenti una patente falsa, mentre il passeggero – Ouham Babatunde – la patente non l’ha mai conseguita. Perciò la macchina è stata posta sotto sequestro e i due sono stati accompagnati in questura, dove il conducente è stato denunciato per uso di atto falso.

Gli approfondimenti si sono concentrati anche su Babatunde, residente a Reggio Emilia e noto alle forze dell’ordine. Il 29enne ha alle spalle parecchi precedenti di polizia per rissa e per stupro. L’ex attaccante aveva chiesto il permesso di soggiorno, ma il questore aveva rigettato l’istanza proprio in virtù della consistente fedina penale. In seguito al diniego della richiesta, il 29enne è diventato a tutti gli effetti un clandestino.

Non solo. Il nigeriano è sottoposto a una misura cautelare – che evidentemente non ha rispettato – per il reato di violenza sessuale aggravata. La vicenda – avvenuta in Veneto, dove il 29enne ha proseguito la sua altalenante carriera calcistica – suscitò scalpore a Padova, dove il 21 gennaio 2018 “Mike” ha conosciuto una connazionale, una studentessa universitaria nigeriana di 22 anni, ad una festa in un locale di via Bernina.

«Ti accompagno a casa in taxi», avrebbe detto “Mike” a fine serata alla ragazza: lui rientrava in taxi, tanto valeva prenderlo insieme, con l’accordo che prima lui avrebbe riaccompagnato lei. Una volta saliti in auto, però, secondo l’accusa “Mike” ha ordinato al taxista di recarsi a Mezzavia, in un’abitazione dove il 29enne era ospite. Lì, secondo il racconto della ragazza, Mike avrebbe abusato di lei stuprandola per ore. Il mattino seguente la vittima si è presentata in questura per sporgere denuncia, identificando Babatunde grazie ai tatuaggi impressi sul suo corpo.

Nel frattempo Babatunde aveva fatto perdere le sue tracce; la polizia di Padova lo aveva trovato dopo tre mesi di ricerche. In sede di udienza di convalida il 29enne negò, affermando che il rapporto era stato consenziente: «Quella sera ho bevuto troppo. Quando mi sono infilato nel letto era sotto le coperte, nuda. Perché non ha urlato, se non voleva? Dopo due rapporti lei ne voleva un terzo, ma io mi sono addormentato».

Ora, dopo essere stato fermato dalla polizia a Reggio, Babatunde è stato denunciato per immigrazione clandestina e messo a disposizione dell’Ufficio immigrazione, che ha trovato la disponibilità del Cpr di Bari. Ben una decina di poliziotti ha avuto il compito di accompagnare il 29enne – insieme a un albanese 42enne irregolare, appena scarcerato dopo aver scontato una condanna dell’ottobre 2017 per spaccio – al centro di permanenza per i rimpatri pugliese. —