«Il Grana Padano non ha conservanti»
Caro Direttore, ho letto l’articolo riferito alla vicenda lisozima. Non voglio entrare nel merito del giudizio che il suo giornale dà sull’argomento perché rispetto sempre le opinioni altrui, anche quando diverse dalle mie. Devo però correggere un errore contenuto nell’articolo: dall’etichetta del Grana Padano, in seguito al pronunciamento del ministero della Salute, sentito il Consiglio Superiore di Sanità, non scompare la parola “lisozima” (perché obbligatorio rimanga in etichetta in quanto proteina naturale derivata dall’uovo, potenzialmente allergenica per i soggetti intolleranti all’uovo). Scompare invece la parola “conservante” in quanto è stato stabilito che il lisozima nel Grana Padano Dop, marchiato dopo 9 mesi di stagionatura, non svolge la funzione di conservante. Ciò non cambia il senso dell’articolo e del vostro giudizio ma evita un’informazione errata per il consumatore. Il Consorzio Grana Padano non ha mai pensato di nascondere informazioni utili e necessarie al consumatore in quanto siamo paladini della trasparenza e dell’informazione e le nostre battaglie continuano tutt’oggi, ad esempio con la richiesta dell’emanazione di una norma che imponga di indicare nei menù della ristorazione, di qualsiasi livello, gli ingredienti usati in cucina, cosa che al momento, nella maggior parte dei casi, è ignota ai consumatori, salvo ristoranti dallo scontrino alto o qualche punto di ristorazione dallo scontrino basso ma vocati alla trasparenza e informazione del consumatore. —
*direttore generale Consorzio Tutela Grana Padana