«Montecchio, luogo importante per gli affari della ’ndrangheta»
Tanta gente e molte domande sul ruolo della cittadina nelle vicende di Aemilia Soresina: «Il dopo-processo è già iniziato e attesta una ripartenza mafiosa»
MONTECCHIO. «Quello che avete fatto stasera è molto importante. Non dobbiamo avere timori a discuterne, perché parlarne e prendere consapevolezza sul radicamento ’ndranghetista è l’unica cosa che spaventa davvero la cosca».
Con queste parole, Tiziano Soresina, il giornalista della Gazzetta di Reggio che ha scritto il libro edito da Aliberti dal titolo “Il mille giorni di Aemilia”, si è accomiatato dalla folta e partecipativa platea di Montecchio che ha ospitato la presentazione della sua opera. Una serata organizzata dall’Associazione culturale La Vecchia Montecchio – che per mano del presidente Franco Friggeri ha poi omaggiato l’autore del libro di un prodotto della Cantina Val d’Enza – in occasione della 890esima edizione della Fiera di San Simone, la kermesse autunnale dedicata al santo patrono della Città. Assieme alla Vecchia Montecchio, l’amministrazione comunale, presente con l’assessore Stefano Ferri a svolgere il ruolo di padrone di casa, e l’Anpi, che hanno patrocinato l’evento. Tanti i temi trattati da Soresina, incalzato dal nostro collaboratore Alessandro Zelioli e dal pubblico, che ha fatto diverse domande a Soresina, che dagli anni Novanta segue le vicende di criminalità organizzata e che con questo libro ha voluto aprire le menti dei cittadini. «Mi sono chiesto se valesse la pena di raccogliere in un libro – ha detto Soresina – due anni e mezzo di un processo importante. Ho capito che lo era quando dalle udienze emergeva pian piano come la cosca avesse messo radici non solo in Emilia. Poi un articolo dura un giorno. Un libro consente di approfondire e di arrivare anche lontano dal quotidiano». Soresina ha raccontato aneddoti e illustrato i coinvolgimenti montecchiesi nell’operazione Aemilia, non ancora del tutto conclusa sul piano giudiziario. «Non possiamo dire che Montecchio fosse il centro nevralgico della ‘ndrangheta – ha rimarcato il giornalista – ma dal processo è uscito che questa città aveva un ruolo molto importante negli affari loschi dei grandi capi». Domande anche sul dopo Aemilia: « È già iniziato, e non pochi cupi fatti accaduti mostrano come sia in atto una ripartenza mafiosa – ha concluso Soresina – e ciò significa che molto è stato fatto, ma probabilmente altrettanto andrà fatto da tutti noi per arginare un fenomeno che da molti decenni è, sotto traccia, parte integrante della nostra quotidianità». —
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