«Il lavoro e le strade obiettivi principali anti-spopolamento»
Il parere di cinque sindaci sui problemi della montagna. «Punto nascite al Sant’Anna indispensabile per il Crinale»
CASTELNOVO MONTI. Se la nomina spettasse ai sindaci dell’Appennino reggiano, Enrico Bini sarebbe, seduta stante, il detentore di quell’esclusivo assessorato regionale per la montagna di cui Cinzia Rubertelli, consigliera comunale a Reggio ma originaria di Minozzo, auspica l’istituzione. Tutti sono disposti a sostenere la candidatura che egli stesso si è dato, considerandolo la persona più adatta ad affrontare i problemi del lavoro, delle infrastrutture e dei servizi per favorire quella rinascita del territorio montano cui si riferisce l’inchiesta avviata dalla Gazzetta di Reggio. È messa tra parentesi, invece, la provocazione di Romano Albertini, vicesindaco di Toano, che propone l’impossibile designazione di un assessore leghista.
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«Quella di Bini – assicura Stefano Costi, sindaco di Casina eletto dal centrosinistra – sarebbe la scelta ideale. Per fare rinascere la montagna la cosa fondamentale, al di là delle infrastrutture e dei servizi, è il lavoro. Se abito a Civago ma ho un impiego a Bagnolo in Piano, mi risulta inevitabile trasferirmi. Così avanza lo spopolamento e rimangono solo gli anziani. Sarebbe opportuna una fiscalità agevolata per le imprese, perché qui stenta a sopravvivere chi non è legato alla produzione del Parmigiano Reggiano o alle attività connesse. Fanno fatica anche l’edilizia e i lavori stradali. L’unico settore che tira è l’agricoltura, grazie ai prezzi alti che il formaggio tipico ha spuntato negli ultimi 4-5 anni. È nato un consorzio delle latterie di montagna, la “Montagna del latte”, che usufruisce dei fondi regionali ed europei per le aree interne. Il turismo può essere un’alternativa valida, ma servirebbero investimenti per creare strutture ricettive, oltre ad una viabilità più curata. Un altro nodo da sciogliere è il punto nascite di Castelnovo Monti. La sua chiusura ha creato molto malcontento. Riaprirlo non è fondamentale per le sorti del territorio, ma è importante anche dal punto di vista psicologico».
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Bini riscuote il consenso anche di Tiziano Borghi, il sindaco di Carpineti espressione di una lista civica autonoma non schierata politicamente: «Lo apprezzo – chiarisce Borghi – perché come presidente dell’Unione dell’Appennino reggiano conosce bene il territorio e ha avuto esperienze imprenditoriali. Sarebbe bene che fosse a capo di un assessorato specifico per la montagna, senza le altre competenze affidate precedentemente a Paola Gazzolo. Lei è stata brava. Aveva molta attenzione per la montagna, ma la sua delega riguardava solamente l’assetto del territorio, in particolare le frane, non le questioni sociali ed economiche. In generale, il problema fondamentale da risolvere è ridare fiducia ai cittadini con interventi che facciano sentire la Regione vicina. La viabilità ci penalizza molto a causa dei lunghi tempi di percorrenza, aggravati dai limiti di velocità a 50 e anche 30 chilometri all’ora. In quanto al punto nascite, per Carpineti è una carenza meno sentita che nei Comuni del crinale. Tuttavia la sua riapertura sarebbe una garanzia per i cittadini».
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Su tale questione dimostra qualche perplessità Antonio Manari, sindaco di Ventasso, che è un medico già responsabile della Cardiologia dell’ospedale Sant’Anna e, a Reggio, del Santa Maria Nuova: «Abbiamo fiducia nell’impegno assunto dal presidente Stefano Bonaccini, ma so che qualche problematica esiste. C’è carenza, infatti, di ginecologi e anestesisti a livello nazionale. Per formarli occorrono 6 anni di laurea e 4 di specializzazione. Il maggiore impegno dell’amministrazione si deve concentrare piuttosto sulla viabilità. La Provincia non ha più risorse. La Regione non ha una competenza diretta in questa materia, ma dovrebbe offrire finanziamenti. È importante, poi, assicurare un aiuto fiscale alle imprese e investimenti per il turismo. Dalla Regione abbiamo avuto lo stanziamento di 600mila euro per la seggiovia di Cerreto Laghi, che costruiremo l’anno prossimo. Abbiamo chiesto finanziamenti per attrezzare i nostri cento chilometri di piste ciclabili. Quanto a Bini, lo ritengo una persona valida, cui andrebbe sicuramente il mio sostegno».
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Per Fabio Ruffini, sindaco di Vetto, il problema fondamentale è il dissesto idrogeologico: «Anzitutto è necessario un intervento della Regione e dello Stato per assestare il territorio. In secondo luogo occorre intervenire sulla viabilità. L’amministrazione provinciale fa anche troppo con i pochi fondi di cui dispone, ma le sue strade sono messe molto male, e anche quelle comunali necessitano di una maggiore manutenzione. Poi si dovrebbe agire sulla fiscalità per favorire le imprese e incentivare la gente a rimanere e l’arrivo di nuovi residenti. Non si può trattare allo stesso modo la montagna come la pianura. Occorrono leggi ad hoc per il nostro territorio. Non basta l’impegno della Regione, che può abbassare l’Irap, non le imposte statali che sono molto più pesanti».
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Anche secondo Elio Ivo Sassi, sindaco di Villa Minozzo, Enrico Bini merita fiducia: «Non spetta a me fare nomi. Quella dell’assessore è una libera scelta del presidente della Regione. Bini, però, ha i requisiti necessari e conosce i problemi del territorio montano, in particolare del crinale, che versa nelle peggiori condizioni di abbandono. La situazione quest’inverno è aggravata dalla mancanza di neve, che equivale a un infarto per la montagna. Febbio oggi è un deserto. Il danno economico è elevato. Poi abbiamo il problema della viabilità. La provinciale 9 è un colabrodo. Le difficoltà di collegamento incidono sulla popolazione. Ad Asta l’anno prossimo avremo solo 13 bambini provenienti da 12 frazioni. Dobbiamo invogliare i cittadini a restare sul territorio. Ho molto apprezzato l’idea della “restanza”, che il direttore della Gazzetta di Reggio, Stefano Scansani, ha lanciato inaugurando l’inchiesta sulla montagna reggiana. Si devono creare i servizi e agire sulla fiscalità per fare restare la gente, che altrimenti se ne va. Le giovani coppie si trasferiscono altrove, se non ci sono le scuole. Nel mio Comune la popolazione è concentrata per tre quarti nel capoluogo, dove si trovano tutti i pricipali uffici, negozi e servizi. Per fortuna abbiamo di nuovo a Villa Minozzo e a Toano il pediatra, che mancava da diversi anni. È indispensabile, poi, riaprire il punto nascite all’ospedale Sant’Anna di Castelnovo almeno per la maggioranza dei casi che non comportano rischi e complicazioni. Occorrono scelte politiche coerenti con questi obiettivi». —