«Sbagliate le autocandidature come assessore alla montagna»
Matteo Manfredini, candidato alle regionali per la lista Bonaccini «Ho preso più preferenze di tutti, ma non cedo a questa tentazione»
CASTELNOVO MONTI. «L’autoreferenzialità in politica è sempre dannosa, le autocandidature all’ipotetico assessorato alla Montagna mi lasciano confuso». . Usa parole secche Matteo Manfredini, candidato alle elezioni regionali per la lista Bonaccini Presidente, dopo le tante discussioni sul futuro della montagna generate dal post-voto. Una delle proposte rimbalzate dall’infinita campagna elettorale è quella di creare una delega regionale alla Montagna, con un assessore che si concentri proprio sullo sviluppo e sulla sopravvivenza delle zone appenniniche.
Negli ultimi giorni sono uscite anche delle “autocandidature”, come quelle del sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini, che è anche presidente dell’Unione Comuni dell’Appennino reggiano, e del vicesindaco di Toano, Romano Albertini; quest’ultimo, leghista di lunga data, ha alzato il tiro suggerendo che l’assessorato venga affidato ad un’esponente della Lega, sconfitta alle elezioni ma molto votata in montagna. E a loro arriva la stoccata di Manfredini: «Rimango un po’ confuso di fronte alle autocandidature emerse in questi giorni per un’ipotetico assessorato alla montagna. Soprattutto da persone che non si sono messe in gioco in questa campagna elettorale», afferma il candidato, uno dei più votati nel distretto montano. Ora Matteo Manfredini rivendica il risultato: «Credo di avere una grossa responsabilità nei confronti nelle centinaia di persone che, proprio in montagna, mi hanno votato. Una vasta area in cui ho preso più preferenze di tutti gli altri candidati tra le liste a sostegno di Bonaccini (anche maggiore dei candidati Pd). Tuttavia, non cederei mai alla tentazione di fare tali esternazioni».
E aggiunge: «Trovo questo modo di procedere assolutamente sbagliato. Per due ragioni. Credo che l’autoreferenzialità in politica sia sempre dannosa. Chi crede di essere adatto ad un assessorato o vanta un curriculum eccellente sull’argomento oppure deve dimostrare di avere un peso politico rilevante. Ma nessuna delle due condizioni mi pare venga rispettata».
Inoltre, per arrivare ad un nome condiviso, «perché sono necessari percorsi condivisi in questi contesti e non dichiarazioni personalistiche, un eventuale assessore alla montagna deve essere espressione di un territorio e di una popolazione, che in questo caso attraversa tutto l’Appennino regionale. Rimango convinto – conclude Manfredini – che sedersi attorno ad un tavolo per mettersi d’accordo e costruire una strategia comune sia più importante delle proprie ambizioni personali».
Già, perché anche se davvero l’assessorato regionale alla montagna venisse creato, la delega coinvolgerebbe tutto il territorio, visto che da Piacenza a Rimini l’Appennino è una presenza forte, pur con morfologie differenti. —
Adr.Ar.
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