La valorizzazione dell’Appennino nei 70 progetti della Riserva Unesco
Riconosciuta nel 2015, coinvolge enti pubblici e privati. Le parole d’ordine sono sostenibilità e capitale umano
CASTELNOVO MONTi. Parlare di Appennino tosco-emiliano dal 2015 – anno dell’ottenimento del riconoscimento a Parigi – vuol dire anche parlare di Riserva Mab Unesco: un’iniziativa intergovernativa, del settore scienze dell’Unesco, che ha per obiettivo principale quello di promuovere l’idea che sviluppo socioeconomico e conservazione degli ecosistemi e della diversità biologica e culturale non siano incompatibili fra di loro. . È anche attraverso questa cornice che l’Appennino – e quello reggiano ne rappresenta il cuore – sta solcando la via della valorizzazione delle proprie caratteristiche e la tutela del territorio. Mercoledì 19 febbraio, nel Campus universitario di Parma, si terrà l’annuale assemblea consultiva della Riserva stessa. L’occasione sarà quella per presentare i 70 progetti messi in campo dalla Riserva da quando esiste.
CAPITALE UMANO
«Abbiamo lavorato come lavora una Riserva di Biosfera, che non ha potere normativo né fondi in partenza: è tutta una progettazione volontaria e creativa, fatta di collaborazioni tra enti pubblici e soggetti privati dei vari territori. Un insieme di azioni volontarie, come quella del volontario Cai che segna un sentiero o il sindaco di Carpineti che sceglie di partecipare al progetto della via matildica».
Così spiega cosa vuol dire Riserva Unesco Fausto Giovanelli, coordinatore del Mab. «I progetti riguardano la formazione del capitale umano, le scuole, l’affezione al territorio, la relazione tra le competenze, ma riguardano anche cose molto concrete come i boschi, come questi possono concorrere alla salvezza del pianeta e a migliorare il nostro clima, come l’agricoltura può trattenere CO2, riguardano il turismo, progetti grandi e piccoli: da quelli delle piccole comunità come Sologno o di area vasta come quello che si chiama Life Agricolture con il Consorzio di Bonifica».
È capitale umano la parola chiave di questa terza assemblea consultiva. «Cioè – spiega Giovanelli – delle persone per il territorio. Di solito si usa questa espressione nelle aziende, ma qui è il core business della Riserva di Biosfera. Rispetto a quello che già fanno le scuole di ogni ordine noi cerchiamo di aggiungere la relazione con il territorio. È in qualche modo il senso del lavoro di Mab Unesco e anche di questi 70 progetti. Il nostro cosiddetto piano è diverso dagli altri perché è l’unico che mette veramente al centro il capitale umano, le persone come risorsa principale del presente, della socialità, ma anche dell’economia».
LE AZIONI
«Il nostro Appennino è una delle zone più franose d’Europa, però ha anche un valore geologico molto forte. Pensiamo a tutte le morfologie lasciate dallo scioglimento dei ghiacciai. Cosa abbiamo fatto? Con tutti questi oggetti, abbiamo intercettato dei finanziamenti dalla Regione Emilia-Romagna che puntano alla valorizzazione di questi luoghi. Per farlo, abbiamo organizzato un calendario di escursioni coinvolgendo insegnanti di tutta la Riserva Mabs, le guide ambientali per contribuire alla loro formazione, abbiamo coinvolto le università, quella di Parma e quella di Modena e Reggio. Si è creato un circuito virtuoso. Abbiamo proposto attività alle scuole per aiutar e i ragazzi a capire meglio l’Appennino, come mai ci sono le frane» così spiega come si lavora nella Riserva Mabs Alessandra Curotti, che segue i progetto sui geositi.
Una delle applicazioni, riguarda la Val Tassobbio. «Un territorio particolare – evidenzia Curotti – è un affluente dell’Enza però in un tratto va controcorrente, va verso la montagna. Abbiamo coinvolto un’associazione che è nata recentemente che è diventata parte attiva nella valorizzazione, ma anche nella promozione sociale di questa vallata, coinvolgendo tutte le strutture ricettive della zona. La forza di questi progetti, oltre a una varietà notevole, è che sono tutti di respiro ampio, hanno la capacità di catalizzare più energie, più forze».
I confini della Riserva Mab Unesco dell’Appennino Tosco-Emiliano non sono definitivi. «È stato avviato un percorso di allargamento che sarà formalizzato il 30 maggio e che riguarda territori di Reggio, Parma, Massa, Lucca e soprattutto Modena: c’è un importante all’allargamento verso l’Appennino modenese e il Cimone. Dimostra che l’idea della Riserva è attrattiva. In questo momento, non c’è solo la valorizzazione del marchio Unesco, ma l’emergenza del riscaldamento atmosferico, è il grande valore della sostenibilità che fa da catalizzatore». —
El.Pe.
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