Rissa all'Isolato San Rocco: 9 ragazzi denunciati. Il questore: "Sono bulli e violenti"
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REGGIO EMILIA Nove giovani – tra cui un minorenne - sono stati denunciati dalla polizia in seguito alla violenta rissa con pugni, calci e sedie rotte, scatenatasi a fine dicembre scorso in centro città sotto l’Isolato San Rocco, davanti alla pista di pattinaggio, che ha destato molto clamore sugli organi di stampa nazionali.
Gli investigatori della Squadra Mobile al termine delle indagini concluse anche con l’ausilio delle telecamere del sparse per la città, hanno individuato e denunciato 2 ragazzi georgiani, un italiano, cinque egiziani e un albanese.
LE RISSE IN CENTRO A fare il punto della situazione è questa mattina il questore uscente Antonio Sbordone, nell'incontro «fissato da tempo» a cui hanno partecipato i dirigenti della questura Guglielmo Battisti (Squadra Mobile), Carlo Maria Basile (Volanti) e Francesco Panetta (Divisione Anticrimine), oltre a Dino Giovannini, psicologo sociale e professore emerito all'università di Modena e Reggio Emilia, invitato dallo stesso questore a fornire elementi conoscitivi delle dinamiche in atto.
La rissa è avvenuta per futili motivi, probabilmente a causa di una birra ordinata da uno dei rivali sopravanzando un altro coetaneo.
Durante le indagini è poi emerso che alcuni giorni prima della rissa, in via Dante, c’era stato un altro grave episodio che, per puro caso, non era sfociato in una violenta aggressione. Una spedizione punitiva da parte di giovani che si sono recati sempre in centro per un regolamento di conti: tutto inquadrato dalle telecamere.
Nei giorni successivi ai due episodi, oltre alle attività di indagine, era stata avviata una specifica attività preventiva, disposta dal questore Antonio Sbordone, con personale in borghese e in divisa che aveva permesso, alcuni giorni dopo, di bloccare un giovane ragazzo italiano che si trovava all’Isolato San Rocco con una pistola giocattolo.
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I PESTAGGI DEI BULLI Non sono baby gang, perchè non ne hanno la struttura o le finalità. Si tratta piuttosto di gruppi eterogenei per storia e provenienza geografica ma legati da un comune disagio, che fanno del bullismo, della prevaricazione e della violenza la propria modalità di affermazione. Un fenomeno ancora circoscritto a Reggio Emilia, ma analizzato dalla questura a partire dell'escalation di risse ed episodi che hanno generato risonanza e allarme sociale, con protagonisti dallo scorso dicembre a pochi giorni fa (in un centro commerciale) sempre giovanissimi da poco o non ancora maggiorenni.
«A Reggio Emilia non ci sono baby gang - afferma il questore - perchè le bande hanno un minimo di organizzazione e stanno insieme per commettere dei reati. Questa situazione qui non c'è. C'è dell'altro, cioè ragazzini poco più o poco meno maggiorenni si incontrano in luoghi della città che sono più o meno sempre gli stessi e danno luogo ad episodi di prevaricazione su coetanei, comunemente definiti di bullismo».
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Purtroppo, aggiunge sbordone, «nell'ultimo anno ne abbiamo registrati molti e proceduto anche ad arresti che hanno coinvolto anche numerosi minori». Continua il questore: «Colpisce il fatto che questi ragazzini hanno varie nazionalità di provenienza ma stanno comunque insieme. Evidentemente indica che vivono una situazione di disagio e infatti frequentano poco e male la scuola e hanno una necessità di affermazione con modalità violente».
E' un fenomeno conclude Sordone «che ci impegna molto sia sul fronte della repressione che della prevenzione anche se questi episodi, che creano allarme sociale, non hanno una grande rilevanza penale».
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TRENTA MINORI NEL MIRINO In dettaglio nel 2019 sono stati circa 30 (in calo rispetto al 2018) i minori arrestati o denunciati per vari reati, tra cui 8 finiti in manette per le cosiddette «rapinette», dove è scarso il valore economico dei beni sottratti con la forza alla vittima. Nove invece le persone indagate per la rissa avvenuta il 28 dicembre scorso sotto l'Isolato San Rocco.