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Sì all’estradizione di Ruffini ma dopo i processi in Italia

Lo ha deciso la Corte d’Appello  di Milano per il mercante  d’arte al centro di un intrigo  internazionale sulla vendita  di un quadro ritenuto falso

05 marzo 2020
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vetto. Sì alla consegna alle autorità francesi (nonostante il parere negativo della difesa e della Procura generale) di Giuliano Ruffini, il mercante d’arte di 74 anni, originario di Vetto e residente a Malta, protagonista di un intrigo internazionale sul commercio di opere d’arte ritenute falsificate. Sì all’estradizione, ma non prima che il procedimento penale per un’evasione fiscale da oltre 6 milioni di euro, pendente presso la Procura di Reggio Emilia (pubblico ministero Giacono Forte) e ancora in fase di indagini preliminari, abbia compiuto il suo iter e sia arrivato, con sentenza, in Cassazione. È questa la decisione dei giudici della Corte d’Appello di Milano davanti ai quali, ieri, si è discussa la richiesta di consegna alle autorità di Parigi. Ruffini, assistito dagli avvocati Federico De Belvis del foro di Reggio Emilia e di Gaetano Pecorella, dovrà quindi attendere i tre gradi di giudizio della Giustizia italiana, prima di affrontare le accuse mosse dai francesi. E il collegio di difesa non ha nascosto una certa soddisfazione. Ruffini, finito nei guai assieme al pittore di Montecchio Lino Frongia (già respinta dalla Corte di Appello di Bologna la sua richiesta di estradizione), era stato raggiunto, tempo addietro, da un mandato di arresto europeo emesso dalla magistratura parigina per truffa, ricettazione e frode. Il provvedimento era stato emesso nell’ambito di un’inchiesta nata sull’acquisto da parte del principe del Liechtenstein della “Venere” di Lucas Cranach, pittore e incisore tedesco del Cinquecento. Il quadro era stata sequestrato nel 2016 dalle autorità francesi, durante una mostra della collezione del principe avvenuta nel Caumont Centre d’art di Aix-en-Provence. Il passo successivo era stato il mandato di arresto a carico del mercante di arte che, rintracciato, era riuscito a evitare il carcere grazie alla decisione presa dai giudici della Corte d’Appello di Milano che lo hanno rimesso in libertà. —

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