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Tassisti in prima linea per i sanitari-eroi

Martina Riccò
Tassisti in prima linea per i sanitari-eroi

Li trasporteranno gratuitamente dall’ospedale agli alberghi Il presidente del Consorzio: «Il minimo che possiamo fare»

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Martina Riccò

REGGIO EMILIA

«Nessuno si è tirato indietro, nessuno ha avuto dubbi. È il minimo che possiamo fare e siamo contenti di farlo, anche se sappiamo a cosa possiamo andare incontro».

Simone Seligardi, presidente del Consorzio Taxi Reggio Emilia, è entusiasta di come i tassisti reggiani abbiano deciso, all’unanimità e senza bisogno di discutere, di accompagnare gratuitamente medici, infermieri e personale sanitario dall’ospedale Santa Maria Nuova agli alberghi in cui alloggeranno durante questa emergenza, per evitare di contagiare i propri familiari ma anche per non mettersi al volante dopo turni di lavoro estenuanti.

«Questa cosa passerà alla storia», sorride Seligardi. Non si riferisce alla commovente generosità dei soci del consorzio, però. «Non era mai successo che fossimo tutti d’accordo», spiega divertito. Poi torna serio: «L’assessore Carlotta Bonvicini mi ha chiamato chiedendomi disponibilità, ne ho parlato subito sulla chat di whatsapp dei soci, nel giro di pochi minuti tutti hanno risposto “sì”. Visto il periodo facciamo quello che è giusto fare. Ovviamente ognuno di noi è libero, non abbiamo imposto niente a nessuno e non lo faremo. Ci sono colleghi che hanno smesso di lavorare subito, appena è scoppiata questa emergenza, perché a casa avevano genitori anziani o familiari con patologie...».

Com’è lavorare in questo momento? Avete paura?

«No, però siamo consapevoli del rischio. Sono appena tornato da Livorno, dove sono stato a prendere 15mila mascherine. Le ho acquistate in un’azienda che è stata riconvertita. A Reggio sono introvabili, ho deciso di andare a prenderle per i miei colleghi. Cinquemila le ho lasciate al consorzio di Bologna. Non serviranno solo a noi tassisti però».

In che senso?

«Abbiamo notato che la maggior parte dei clienti che sale sui taxi, soprattutto i giovani, non ha le mascherine. Noi non possiamo caricare più di due persone alla volta, nei sedili di dietro, ma potrebbe non bastare. Daremo una mascherina a chi sale senza averla, senza costi aggiuntivi ovviamente».

C’è ancora chi prende il taxi?

«Il lavoro è crollato, abbiamo l’80% in meno delle richieste, ovviamente. La gente deve stare in casa, movimenti aziendali non ci sono, turisti non ci sono mai stati... Ma vogliamo mantenere il servizio».

Come vi siete organizzati?

«Abbiamo rimodulato i turni. Prima del Coronavirus eravamo 57 tassisti al lavoro di giorno, 40 nel pomeriggio, 20 di sera. Adesso siamo molti meno. Facciamo a rotazione, in modo da far lavorare tutti quelli che lo richiedono. E come consorzio stiamo cercando di abbattere i costi superflui: abbiamo bloccato le quote, ad esempio».

Nonostante tutto avete deciso di offrire le corse ai medici e agli infermieri che si fermeranno a dormire negli alberghi reggiani.

«Non si può certo lucrare su questa emergenza». —

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