«Grazie alla quarantena più di 300 malati in meno»
Gallo e Bonacini, accademici di Unimore, studiano da giorni i dati sul contagio «Siamo ancora in una fase crescente ma ci stiamo avvicinando al picco»
reggio emilia
La situazione non migliorerà, non subito almeno, ma in prospettiva si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel del Coronavirus. A dirlo sono alcune delle analisi elaborate da Luca Bonacini, dottorando dell’università di Modena e Reggio Emilia, e Giovanni Gallo, ricercatore di Inap fra Roma e Modena.
Al pari di altri atenei anche il Dipartimento di economia e la Fondazione Marco Biagi di Unimore stanno contribuendo a studiare l’emergenza sanitaria attuale nella nostra regione elaborando, attraverso l’impegno di Bonacini e Gallo, grafici e previsioni che aiutano a interpretare l’andamento dell’epidemia sul territorio. Un lavoro che i due studiosi svolgono ovviamente nelle proprie abitazioni, sfruttando tecnologia e video collegamenti. A parlarne è lo stesso Bonacini.
Come vi è venuta in mente l’idea di svolgere queste elaborazioni?
«Si è diffusa la vulgata per cui ognuno deve fare quello che è nei propri mezzi per aiutare contro il Coronavirus e quello che era nelle nostre corde era appunto mettere a disposizione le nostre competenze per informare, nel nostro piccolo, i cittadini».
Come funziona il vostro lavoro?
«Abbiamo iniziato tre giorni fa e abbiamo raccolto tutti i dati dell’Ausl inerenti ai decessi e ai tamponi positivi a livello provinciale e ai casi di patologie gravi e ai guariti a livello regionale. Lo facciamo quasi nel tempo libero, cerchiamo di capire i dati cosa producono. Alle 18 ci sintonizziamo su due siti diversi, io seguo i dati sui decessi e sulla quarantena e Giovanni i nuovi malati positivi, quindi li facciamo combinare attraverso un programma di elaborazione dati che si chiama Stata. Abbiamo un certo numero di grafici base che ci servono per avere una lettura più generale e man mano andiamo più nel dettaglio».
Avete elaborato delle analisi particolari sulla provincia reggiana?
«Abbiamo sviluppato dei modelli previsionali secondo noi molto interessanti perché ci danno un’idea di quale sarebbe stato l’effetto del virus se non ci fosse stata la quarantena. Quello che possiamo notare è che ha funzionato e molto, senza l’isolamento ci sarebbero stati almeno 5mila contagiati in più in Emilia-Romagna e almeno 300 in più in provincia di Reggio Emilia. Questo, secondo due accademici che non hanno la verità in tasca, dimostra che l’effetto di queste misure c’è stato e credo sia rincuorante per tutte quelle persone che stanno vivendo in isolamento».
Com’è invece l’andamento dei contagi?
«Siamo in una fase di aumento dei casi positivi sia in regione che in provincia ma, da almeno una settimana, vediamo un rallentamento della crescita dei contagi. Si parla tanto di questa famosa collina che porta al picco. Ecco, diciamo che la collina inizia a non essere più tanto in salita, la fase ascendente in cui non si vedeva la luce è passata, ora si nota la cima».
Per quanto riguarda invece i decessi?
«Nel grafico secondo me più interessante (il terzo a destra in questa pagina, ndr) vediamo che dal 14 marzo la quota dei deceduti è rimasta più o meno stabile. Una chiave di lettura è che l’effetto delle politiche di contenimento c’è stato nella nostra regione, le persone più anziane sono rimaste in casa e non sono state loro il target di persone che hanno contratto il virus». —