Gazzetta di Reggio

Reggio

Addio a “Fojeda” Bertolini padre dell’ex sindaco Nando

Daniela Aliu
Riccardo Bertolini, "Fojeda", aveva 87 anni
Riccardo Bertolini, "Fojeda", aveva 87 anni

Sant'Ilario, muratore in pensione, aveva 87 anni. Amava parlare  di politica. Il ricordo del  figlio: «Se ne è andato un  lavoratore, un antifascista»

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SANT’ILARIO. Addio a Riccardo Bertolini, per gli amici “Fojeda”. Muratore in pensione della Cooperativa nazionale muratori di Sant’Ilario, era molto conosciuto e benvoluto da tutti. Era il padre di Nando Bertolini, sindaco di Sant’Ilario dal 1994 al 1999. Aveva 87 anni.Appassionato di lettura, di giornali in particolare, amava discutere di politica con gli amici in piazza. Era molto conosciuto anche per un’altra passione: quella per l’orto. Negli anni passati, a Sant’Ilario, si teneva la gara di competizione, “Il pomodoro più grande”, e Bertolini una volta vinse grazie ai pomodori che lui coltivava con cura.

«Il 26 gennaio un ictus ha prima indebolito mio padre ed oggi l’ha abbattuto – ha scritto il figlio ricordandolo su Facebook –. Era una persona semplice, orfano di madre. Ha conosciuto la miseria e da giovanissimo ha iniziato a fare il muratore, fino alla pensione. Si batteva per la democrazia e per il riscatto sociale e ce lo ricordava sempre: il XXV Aprile in piazza e un garofano rosso il 1° Maggio. L’abito non fa il monaco ma certamente aiuta: il fisico molto magro, la schiena curva, le rughe marcate; insomma, chi lo guardava con attenzione mentre girava a piedi o in bicicletta riusciva a capire subito la matrice del lavoratore, di quei lavoratori che negli anni ’60 andavano a lavorare nei cantieri di Milano e dormivano nelle baracche mangiando spesso pane e mortadella».

«Tra muratori si davano un soprannome, e lui praticamente da sempre era chiamato Fojeda, come la sfoglia per fare i cappelletti. Se n’è andato un padre che mi ha regalato le “Favole al telefono” di Gianni Rodari ma anche la Costituzione; se n’è andato un antifascista. Ciao papà».Lo ricorda anche l’ex sindaco Marcello Moretti: «In questi anni di attività in Comune ci incontravamo spesso in via Roma. Era l’occasione per una chiacchiera, una considerazione o una battuta sul bisogno di lavorare uniti per quei valori democratici, tanto faticosamente guadagnati e coltivati come bene comune primario».