Gazzetta di Reggio

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Acque più trasparenti nel Po solo grazie alla sedimentazione

Acque più trasparenti nel Po solo grazie alla sedimentazione

Boretto, i risultati delle indagini  avviate dall’Autorità durante il lockdown: presenti prodotti fitosanitari e stessa quantità di inquinanti industriali

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BORETTO. Nei mesi scorsi, in piena pandemia da Covid 19, l’Autorità distrettuale del Fiume Po – ministero dell’Ambiente ha avviato una ricerca scientifica volta ad analizzare la qualità delle acque del Po alla luce del mutato impatto ambientale sulla risorsa idrica. Grazie al coinvolgimento nel progetto di alcuni partners in grado di effettuare campionamenti tecnicamente attendibili, è stato possibile tracciare un profilo quali-quantitativo dettagliato e reale del generale contesto esaminato.

«I prelievi realizzati per testare l’impatto effettivo del lockdown sulla qualità della risorsa idrica –spiega il segretario generale del Distretto Meuccio Berselli - hanno rivelato che la limpidità riscontrata nelle acque del Po è principalmente riconducibile ad una minor torbidità dovuta ad una ridotta movimentazione dei materiali sospesi come sabbie, fanghi e argilla. Le cause quindi sono da considerarsi per lo più legate alle scarsissime precipitazioni cadute nei mesi considerati e alla diminuzione dell’utilizzo della risorsa. Queste dunque le ragioni che hanno consentito la sedimentazione dei materiali sospesi, incrementando di conseguenza la trasparenza complessiva delle acque».

Tra i sette luoghi scelti dai ricercatori lungo tutta l’asta del fiume al fine di poter disegnare un quadro realistico dello stato delle acque rientrava anche Boretto. «Con questo progetto – ha aggiunto Berselli – intendiamo porre la massima attenzione al tema della qualità delle acque e all’esame di tutti i possibili e ulteriori miglioramenti di performance che potremo ulteriormente realizzare in futuro con la collaborazione di tutti, enti pubblici, multiutility di servizio e privati cittadini. Oggi 6.00 impianti di depurazione hanno abbattuto i rischi di inquinanti di un tempo, ma la guardia va tenuta altissima e noi come braccio operativo del ministero dell’Ambiente su queste rilevanti tematiche intendiamo lavorare con il massimo impegno mettendo insieme i ricercatori più qualificati».

La mappatura della risorsa, delle sostanze prioritarie, degli inquinanti e dei nutrienti nelle acque di superficie è stata possibile grazie a Gruppo Hera, Consorzio di bonifica di secondo grado per il Canale Emiliano Romagnolo, Arpae e Università di Parma grazie all’interesse del professor Pierluigi Viaroli del suo staff di ricercatori.

Venendo ai dati – e detto che la limpidità riscontrata nelle acque del Po è principalmente riconducibile ad una minor movimentazione del materiale sospeso e non all’inattività delle aziende in lockdown - i rilevamenti effettuati dal gennaio da parte gestori di impianti di potabilizzazione, mostrano la presenza di prodotti fitosanitari nel mese di aprile, compatibile con il periodo di utilizzo agricolo. Per quanto riguarda i nutrienti, i dati rispecchiano un andamento stagionale dovuto ai trattamenti in agricoltura, non riconducibile agli effetti del lockdown, mentre non sono state riscontrate diminuzioni significative delle sostanze inquinanti di origine industriale: la grande maggioranza degli scarichi industriali è già collettata in reti e sistemi di depurazione che permettono l’abbattimento di tali sostanze prima dello scarico in acque superficiali. L’assenza di un calo significativo durante il lockdown dimostra la buona efficienza dei sistemi depurativi esistenti all’interno del distretto del Po.