Vivono alle ex Reggiane e spacciano in zona stazione: arrestati
Banda di gambiani smantellata dalla polizia locale di Reggio Emilia: dieci finiscono in carcere, uno colpito dal divieto di dimora e uno è ricercato. Gestivano lo spaccio in piazzale Marconi e non solo
REGGIO EMILIA. Una una banda di spacciatori gambiani, che viveva nei capannoni dismessi delle ex Officine Reggiane e che operava nel parcheggio di piazzale Europa, a ridosso dell'area industriale dismessa e della stazione ferroviaria storica di Reggio Emilia, è stata completamente sradicata dalla polizia locale a conclusione delle indagini del Nucleo Antidegrado, che sono iniziate la scorsa estate.
Il gip del tribunale reggiano Andrea Rat _ su richiesta del sostituto procuratore giulia stignani _ ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per 11 persone e il divieto di dimora in città per un'altra. I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono 12 ragazzi stranieri, tutti originari del Gambia, di età compresa tra i 21 e i 28 anni.
[[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.39013237:Video:https://video.gazzettadireggio.gelocal.it/locale/reggio-emilia-spacciatori-in-azione-nel-parcheggio-della-stazione/129685/130189]]
Nel parcheggio alle spalle della stazione ferroviaria e occupato per una parte da quella degli autobus (frequentatissima dagli studenti), avevano messo in piedi "alla luce del sole" una fiorente piazza di spaccio di hascisc e marijuana, con clienti da tutta la provincia. Un'attività strutturata secondo una precisa organizzazione dei ruoli che comprendeva "vedette", per avvisare dell'arrivo delle forze dell'ordine, "corrieri", e perfino "procacciatori d'affari", che abbordavano gli automobilisti appena scesi dall'auto in sosta per offrirgli lo stupefacente.
La droga la compravano tutti: dai minorenni ai padri di famiglia. La banda, inoltre, aveva ideato un particolare sistema di tutela quando incappava nei controlli delle forze dell'ordine: avvisati per tempo dalle vedette, gli spacciatori nascondevano le dosi in punti già prestabiliti. Così, quando perquisiti, risultavano in possesso solo di modiche quantità che giustificavano per uso personale, e incorrevano solo nella segnalazione alla prefettura come assuntori.
Il comandante della polizia locale del Comune di Reggio Emilia, Stefano Poma, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa che si è svolta in municipio, che le indagini sono partite nell'ambito del progetto "scuole sicure", approvato a maggio dell'anno scorso dal comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica coordinato dal prefetto Maria Grazia Forte.
I controlli mirati davanti agli edifici scolastici, nei parchi e alle fermate dei bus, svolti anche con l'ausilio dell'unità cinofila, avevano rilevato «numerose cessioni di droga a studenti (almeno 1700)» e portato a cinquanta sequestri di droga, ma sempre per quantitativi poco rilevanti. Un particolare che non è sfuggito agli investigatori è però che le cessioni avvenivano «sempre da parte degli stessi soggetti», tenuti quindi sotto stretta osservazione e filmati nei loro spostamenti. Da qui, anche con l'aiuto dell'ufficio immigrazione della questura (che li ha identificati), è stato prodotto il corposo materiale probatorio che ha incastrato gli spacciatori.
Dei 12 destinatari delle misure cautelari, tre si trovavano già in carcere per rapine commesse sempre nella zona della stazione, altri sette sono finiti in manette, mentre è stato emanato un ordine di rintraccio per un'altra persona, che da mesi non sarebbe più in città.
L'ultimo componente della banda, che aveva un ruolo marginale, è stato colpito dal divieto di dimora e attenderà il processo fuori provincia. «Sono molto soddisfatto dell'ottimo risultato ottenuto _ commenta il comandante poma _ che conferma la validità della collaborazione interistituzionale e tra i corpi di polizia storicamente presente in città».
Tra i gambiani arrestati, anche i promotori della «sommossa» della scorsa estate in stazione, dopo che un loro connazionale era finito sotto un treno fuggendo dalla polizia.