A due anni dal crollo ancora pedane e impalcature nel cimitero urbano
E manca solo un mese alle festività legate ai morti. La protesta: «È una vergogna che non sia cambiato nulla»
CORREGGIO. Ancora pedane sui pavimenti lungo il perimetro del cimitero urbano e la voragine di 35 metri quadrati – apertasi nel corpo E il 27 settembre 2018 – sempre lì, a fare capolino da sotto le impalcature. La situazione della struttura, a un mese dall’inizio delle festività legate ai morti, è ancora drammaticamente uguale a un anno fa, e all’anno ancora prima, quando con il crollo di quella porzione di solaio emerse l’emergenza di risolvere una condizione, da molti definita di «degrado» e «incuria».
Il crollo di una porzione di pavimento nel cimitero – che aveva provocato l’immediata chiusura di tutti i portici per motivi di sicurezza, con ordinanza del sindaco – rese necessarie attente verifiche e puntuali sopralluoghi. Ne emerse che tutta la struttura, realizzata negli anni Cinquanta, necessita di un importante intervento di consolidamento.
Poco meno di un anno fa, il Comune, sollecitato dalle numerose proteste, passate anche attraverso le pagine della Gazzetta, aveva chiarito che il progetto già c’era – per un importo di 500mila euro – e che a frenare l’avvio dei lavori era l’attesa per «il via libera ai finanziamenti regionali legati al sisma» del 2012. Rispetto alle prime valutazioni, infatti, il cedimento della pavimentazione aveva palesato una problematica risalente al terremoto che sconvolse l’Emilia otto anni fa. Da allora qualcosa avrebbe dovuto muoversi. Ma solo la chiesa è stata riaperta al culto dopo l’intervento per un importo di 180mila euro.
Proprio in questi giorni però, in Comune si sta cercando di fare il punto sulla situazione, in vista dell’incremento degli accessi per la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
«Non c’è più rispetto per le persone, figurarsi per i morti», protesta ancora Annalisa Bigliardi, la 75enne, invalida al 100% che, già dal 2018, denuncia la situazione di degrado del cimitero: «Non è cambiato nulla da allora. È una vergogna. Io sono sola e le mie condizioni fisiche continuano a peggiorare, posso sperare di fare visita ai miei tanti defunti solo grazie all’aiuto di un’amica. Ma anche così non riuscirò a raggiungere, anche quest’anno, il loculo di mio figlio». —
m.f.. © RIPRODUZIONE RISERVATA.