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«Sci, se riaprire lo deve decidere il governo»

Luca Tondelli
«Sci, se riaprire lo deve decidere il governo»

L’assessore regionale Corsini sull'ipotesi di un via libera per le festività natalizie

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VENTASSO. Restano “sospesi” al momento i preparativi nelle stazioni sciistiche dell’Appennino, in attesa di una parola ufficiale sulla possibilità o meno di aprire nel periodo delle festività. Il governo sembra ormai essersi espresso piuttosto chiaramente, e verso la chiusura, diverse Regioni, specie quelle dell’arco alpino, sono in pressing perchè possa essere prevista qualche forma di apertura pur adottando misure di sicurezza. Ieri l’Unione Europea ha detto che questa scelta spetta ai governi nazionali, dopo che alcuni (in particolare Italia, Francia e Germania) avevano chiesto di adottare una linea comune consigliando la chiusura.

Più vicino a noi, ieri è intervenuto anche l’assessore regionale al Turismo della Regione Emilia-Romagna, Andrea Corsini: «Ovviamente in questa fase la priorità assoluta è quella di combattere la pandemia mettendo al primo posto la salute delle persone. Quando e se aprire gli impianti lo deciderà il governo confrontandosi con le Regioni. È importante che esistano dei protocolli di sicurezza che i gestori degli impianti adotteranno quando sarà possibile tornare a sciare nelle nostre bellissime montagne. Ancora non c’è una scelta definita sulla chiusura, ma se l’emergenza sanitaria non consentisse di aprire la stagione, il governo, come ha fatto per altri settori, deve prevedere adeguate compensazioni economiche a tutta la filiera: gestori di impianti, maestri di sci, negozi specializzati».

E proprio la filiera è quella che potrebbe risentire più pesantemente della chiusura: nell’Appennino reggiano a Cerreto, intorno alla stagione sciistica, non ruota solo la gestione degli impianti di risalita, ma anche i numerosi alberghi, i ristoranti, i negozi di articoli sportivi ma anche quelli generici visto che si tratta di una località in cui tantissimi hanno seconde case dove vengono a soggiornare in weekend o anche intere settimane in inverno.

E per di più, quella che è la principale stazione reggiana può contare su un’utenza che arriva per lo più dal versante toscano, al momento Regione rossa sul fronte pandemia dalla quale non si può uscire.

«Come tutti sanno –ha aggiunto Corsini – in questi anni abbiamo investito molte risorse per rilanciare il comparto della montagna, mettendo nelle condizioni i gestori degli impianti di risalita di riqualificare le stazioni. Anche io sono un appassionato sciatore e non vedo l’ora di tornare sulle piste, ma in questo particolare momento bisogna avere a cuore prima di tutto la salute delle persone».

Tra i vari investimenti, c’è anche quello per la nuova seggiovia Vallefonda proprio a Cerreto, i cui lavori stanno partendo in questi giorni. C’è però molta preoccupazione tra gli operatori e non solo: un altro inverno senza sci (lo scorso anno a pesare fu la mancanza di neve e la prima ondata del virus) significherebbe una forte perdita economica, e probabilmente accelerare lo spopolamento di alcune zone.

Intanto gli amministratori dei Comuni in cui hanno sede altre importanti stazioni sciistiche emiliane, come il Corno alle Scale e il Cimone, hanno espresso dubbi sul fatto che l’Emilia-Romagna al momento non abbia mandato un documento a Roma, come hanno fatto ad esempio Lombardia e Veneto (dove ovviamente il comparto sciistico ha un peso superiore). —

L.T.

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