tragedia a Casalgrande
Muore in casa a Capodanno
Katia Scalabrini, 58 anni, viveva a Salvaterra. Forse uccisa dal monossido
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CASALGRANDE. Ha suonato il campanello di casa innumerevoli volte, poi ha provato a chiamarla al cellulare, ma anche in questo caso senza mai ottenere risposta. E dentro la casa, al piano terra di via Allegri a Salvaterra, al numero civico 5, il cane continuava a guaire.
È stato Mario, il fratello di Katia Scalabrini, 58 anni, a scoprire, ieri mattina, il corpo agonizzante della sorella, morta pochi minuti dopo nel salotto della sua abitazione.
Tutto è accaduto a metà mattina. L’uomo, che vive nell’appartamento sopra a quello della sorella, in un quartiere residenziale di palazzine e giardinetti, nel centro della frazione casalgrandese, era sceso probabilmente per augurare il buon anno alla 58enne, una consuetudine che si ripeteva ogni anno.
Ha suonato il campanello di casa e il cane con la quale la donna viveva si è messo ad uggiolare.
Quindi ha riprovato e riprovato ancora senza ottenere risposta, se non i lamenti dell’animale. A quel punto ha utilizzato un mazzo di chiavi di riserva: impossibile aprire la porta principale perché era chiusa dall’interno.
Così ha raggiunto l’ingresso secondario dell’abitazione ed è entrato nell’appartamento.
Secondo il racconto che l’uomo, di pochi anni più grande della sorella, ha fatto ai carabinieri di Casalgrande – giunti poco dopo nella casa di via Allegri – ha trovato la 58enne riversa a terra, nella sala, ai piedi del divano, davanti al camino spento, ancora agonizzante. Ha immediatamente chiamato il 118, che ha inviato sul posto ambulanza e automedica, e nel frattempo ha iniziato le manovre di rianimazione. Ma è stato tutto inutile: la donna è morta dopo pochi minuti, e il personale medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso.
Non sono ancora chiare le cause della morte di Katia Scalabrini, di origini sarde, donna che viveva sola, amante degli animali e del mare. Secondo gli accertamenti fin qui fatti dai carabinieri e dai vigili del fuoco di Reggio Emilia, intervenuti anche loro sul posto, una delle ipotesi ancora al vaglio riguarda la possibilità che sia stata uccisa dal monossido di carbonio.
I vigili del fuoco e i carabinieri hanno controllato la canna fumaria del camino, peraltro spento da molte ore, trovandola occlusa. Ma di tracce di monossido i vigili del fuoco non ne hanno trovate. In questo caso – ma è solo un’ipotesi – la donna avrebbe trascorso la serata dell’ultimo dell’anno sul divano davanti al camino acceso, e le esalazioni uscite dalla canna fumaria l’avrebbero intossicata, facendole perdere conoscenza e intossicandola poi fino alla morte.
Una ricostruzione che però sembra non convincere il fratello Mario, che ha ipotizzato un malore. Saranno gli accertamenti del medico legale a chiarire la causa della morte.
Il corpo di Katia Scalabrini è stato trasportato a Coviolo dalle onoranze funebri Gibellini di Sassuolo; non si esclude che nelle prossime ore il pm Giulia Stignani, che segue l’indagine, possa ordinare l’autopsia. —
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