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Reggio Emilia, intitolare la piscina Filippo Re a Mattia Dall’Aglio: c’è l’ok della giunta

Luciano Salsi
Reggio Emilia, intitolare la piscina Filippo Re a Mattia Dall’Aglio: c’è l’ok della giunta

Via libera in memoria del nuotatore reggiano morto a 24 anni. Ora per il cambio toponomastico manca solo il parere della prefettura

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REGGIO EMILIA. Tanti reggiani di due generazioni hanno imparato a nuotare nella piscina di via Filippo Re. Vi mosse le prime vigorose bracciate di una brillante carriera anche Mattia Dall’Aglio, il campione ucciso da un malore nel 2017 a soli 24 anni.

Il Comune ha deciso di onorarne la memoria intitolandogli l’impianto sportivo, a condizione che la Prefettura conceda la deroga alla norma che prescrive la decorrenza di almeno dieci anni dalla morte della persona da inserire nella toponomastica. Era stato il consiglio comunale ad accettare la proposta del leghista Alessandro Rinaldi approvando per la prima volta una mozione all’unanimità lo scorso 25 maggio. Tuttavia il voto dei trentadue consiglieri non era sufficiente, essendo necessaria la decisione della Giunta che il 29 dicembre ha deliberato in tal senso, sentito il parere favorevole espresso dalla Commissione toponomastica il 27 ottobre.

L’ultima parola spetta al prefetto Iolanda Rolli ma il messaggio è già stato inviato, prima dell’affissione della targa, ai cittadini, agli appassionati di nuoto e in particolare ai frequentatori della piscina costruita all’inizio degli anni Sessanta come struttura annessa alle attigue scuole, utilizzabile anche per le lezioni di educazione fisica.

Mattia era nato a Montecchio il 14 gennaio 1993. Non aveva fatto eccezione alla regola che suggerisce l’inizio della pratica di questo sport in età adolescenziale. Incominciò a dedicarvisi con la Reggiana nuoto appunto nell’impianto di via Filippo Re, arrivando presto a collezionare allori: otto titoli italiani giovanili, cinque titoli italiani in staffetta e un titolo individuale nei cento metri rana nel 2012.

Entrò poi nella compagine dei vigili del fuoco di Modena, specializzandosi nei cento stile libero e nei cento rana. Nel 2015 toccò l’apice della carriera sportiva nella rappresentativa italiana alle Universiadi di Gwangju, nella Corea del Sud. Vi ottenne il quarto posto con la staffetta 4x100 stile libero e l’accesso alla semifinale nei 100 stile libero. L’intensa attività sportiva occupava molto del suo tempo, ma non gli fece trascurare l’impegno puntuale negli studi, portati a termine a Modena con la laurea in Economia. È per questo motivo che Unimore ne ha onorato il ricordo dedicandogli tre borse di studio assegnate lo scorso 15 maggio a tre studenti universitari che come lui coniugano con successo lo studio con lo sport: la modenese Chiara Cocchi, che ha praticato il nuoto prima di dedicarsi al triathlon, la reggiana Lisa Salomone, campionessa dello Skating Club di Albinea, e il messinese Roberto Sottile, campione di tiro con l’arco.

La premiazione è stata fatta online dal rettore Carlo Adolfo Porro e dalla professoressa Isabella Morini, delegata allo sport, in collegamento anche con i famigliari di Mattia. La tragedia avvenne il 6 agosto 2017 a Modena in un locale adibito a palestra attiguo alla piscina dei vigili del fuoco. Un pompiere lo trovò esanime accanto ai pesi con cui si stava allenando.

Fu vano l’immediato ricorso al defibrillatore da parte sua e dei colleghi. Quando giunse sul posto l’ambulanza, il medico non poté che constatarne il decesso. Quindi la polizia fece i primi accertamenti e la magistratura avviò l’indagine per accertare le eventuali responsabilità di omicidio colposo. L’inchiesta si è protratta per tre anni e s’è conclusa lo scorso settembre con tre archiviazioni decretate dal giudice su richiesta del pubblico ministero.

Un medico reggiano era indagato per avere rilasciato a Dall’Aglio l’abilitazione all’attività sportiva. Lo si accusava di non avere fatto gli approfondimenti necessari poiché prima del decesso il nuotatore aveva accusato problemi di aritmie.

La perizia del centro di Padova specializzato in morti cardiache improvvise di giovani atleti ha accertato che il decesso di Mattia è stato causato da una cardiomiopatia aritmogena biventricolare, una patologia preesistente e genetica di complesso accertamento, la cui gravità è accentuata da un’intensa attività fisica.

Sono stati scagionati anche l’allenatore Luciano Landi, nel frattempo scomparso, e il presidente dell’associazione “Amici del nuoto”, Mirco Merighi, con la motivazione che il malore fatale non era prevedibile.