Si è dimesso Antonio Sottile console della Bielorussia
Il manager reggiano lascia in contrasto con la politica del dittatore Lukashenko «Una scelta di coscienza: credo in democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani»
Luciano Salsi
REGGIO EMILIA. Il reggiano Antonio Sottile, console onorario della Bielorussia per l’Emilia-Romagna, si è dimesso dall’incarico, per il quale aveva aperto l’ufficio consolare in corso Garibaldi. La sua decisione era già stata presa dopo le elezioni presidenziali del 9 agosto 2020, vinte con più dell’80% dei voti dal presidente Lukashenko, “l’ultimo dittatore”, che governa il Paese dal 1994. Sottile è nato a Reggio nel 1966: il padre era direttore legale delle Farmacie comunali riunite, la madre docente di italiano e latino. Si è laureato in Scienze politiche a Bologna, è sposato e ha tre figli: vive a Varese e lavora a Milano come dirigente d’azienda.
È stato indotto alle dimissioni dalla violenta repressione contro il popolo bielorusso, che con cortei pacifici protestava contro i brogli e la frode elettorale, inneggiando alla democrazia e alla libertà.
Come mai questa decisone di dimettersi?
«Ho parlato con lo staff del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e con l’ambasciata bielorussa in Italia. La mia è una scelta di coscienza, perché credo fermamente nei valori che mi hanno inculcato i genitori e che sto trasmettendo ai miei tre figli: democrazia, libertà, rispetto dei diritti umani e non violenza. In Bielorussia più di 27 mila persone sono state arrestate e hanno subìto intimidazioni, vessazioni e torture. Decine di persone sono scomparse, cinque sono morte per difendere i propri diritti».
Qual è stata la presa di posizione dell’Europa?
«L’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) conferma che le elezioni del 9 agosto non hanno rispettato gli standard internazionali e non sono state né libere né eque. Pertanto l’Europa non riconosce i risultati. Il Parlamento europeo non ha riconosciuto Lukashenko come presidente e chiede nuove elezioni, sotto la supervisione internazionale».
Che ruolo ha la Russia in tutto questo?
«La Bielorussia è uno Stato satellite della Russia, che mantiene a galla il suo immobilismo politico tramite l’economia. Ad esempio, vende il petrolio a prezzi di dumping, senza il dazio dell’esportazione, e Lukashenko lo rivende a prezzi maggiorati sul mercato interno. Il 50% del debito straniero bielorusso è nei confronti della Russia e ammonta quasi a otto miliardi di dollari».
Può fare un bilancio del suo incarico consolare?
«Sono stato console per quasi dieci anni e posso dire che ho svolto con massimo impegno e correttezza il mio mandato sia dal punto di vista economico-commerciale, sviluppando business in Bielorussia con imprese italiane, sia dal punto di vista umanitario, organizzando tutti gli anni con varie associazioni l’accoglienza dei bambini di Chernobyl in famiglie italiane. Un progetto che mi riempiva di gioia, perché in Italia quei bambini riescono a scaricare più del 50% delle radiazioni che hanno nel corpo».
Quali opportunità le hanno offerto le funzioni svolte?
«Il mio ruolo di manager e console mi ha portato a conoscere ministri, funzionari di governo e imprenditori con cui ho tuttora rapporti».
Cosa può dire al popolo bielorusso?
«Ho tanti amici in Bielorussia e posso affermare con orgoglio che per la prima volta i bielorussi non sono oggetto, ma soggetto della storia. Devono continuare pacificamente a manifestare per una sola parola: libertà». —
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