Tanti leprotti portati al Rifugio «A volte meglio non toccarli»
Spesso vengono raccolti pensandoli in difficoltà o senza la loro mamma «Ma spesso lei è nei paraggi e non hanno bisogno di essere soccorsi»
SAN POLO. La primavera è sbocciata e in natura si registrano le prime nascite. Ne sa qualcosa il Rifugio Matildico di San Polo: “l’ospedale” degli animali selvatici in questo periodo sta registrando i primi “ricoveri” di cuccioli in difficoltà, in particolare uccelli. Ma a essere portati al centro sono anche tanti leprotti: negli ultimi giorni ne sono arrivati circa una trentina. «Questo perché tanti andando a camminare si imbattono in loro e pensano che siano in difficoltà» spiega Ivano Chiapponi, fondatore del centro.
«In realtà, molto spesso non hanno bisogno di niente. Stare fermi alla vista di qualcuno è la loro natura. Con ogni probabilità la mamma è nei paraggi. Prima di raccoglierli, bisogna valutare la situazione» è il consiglio che arriva dal rifugio.
Già, perchè privare un piccolo delle cure della mamma vuol dire togliergli la possibilità di crescere nelle prime fasi della vita con cui sa come allevarlo e “insegnargli” come cavarsela dopo. «Certo, se il piccolo è ferito, malandato o si trova in una situazione pericolosa, a ridosso delle strade o a rischio di essere attaccato da cani o altri animali, si può intervenire. Il nostro consiglio è sempre quello di chiamarci anche per un consiglio in modo da valutare insieme la situazione» sottolinea Chiapponi.
Quando i piccoli di lepre arrivano al Rifugio, tocca ai volontari procedere al loro svezzamento e poi prepararli alla liberazione in natura non appena saranno pronti per affrontare la vita libera.
Ogni anno, i leprotti sono tra i cuccioli che più affollano i box della struttura di Caverzana. Per informazioni: 339-405.3723. —
Elisa Pederzoli
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