Nasce la cooperativa Il Pontaccio ma è già polemica sulle finalità
Presieduta da Ruffini (ex Cna), ha lo scopo di investire su nuovi punti vendita. L’attacco di Tondelli (FdI)
VETTO. Un vivace botta e risposta si è sviluppato a Vetto sulla nascita della nuova cooperativa di Comunità “Il Pontaccio”.
Presieduta da Pierino Ruffini, ex dirigente Cna, con vice presidenti Paolo Tosi e Elisa Marchi, la cooperativa ha l’obiettivo di investire nell’apertura di un punto di ristoro, di una gelateria e di uno spazio riservato alla condivisione, oltre a progetti di turismo sostenibile.
L’opposizione
Un progetto che ha visto l’intervento critico in consiglio comunale di Debora Tondelli, capogruppo di minoranza ed esponente di Fratelli d’Italia. «Vetto è un Comune di 1.800 abitanti – afferma – il meno popolato della provincia di Reggio Emilia. Dopo più di un anno di pandemia e di chiusure forzate delle nostre attività ritrovandoci con l’acqua alla gola a rischio chiusura e non avendo ricevuto ristori adeguati per il nostro sostentamento, l’amministrazione comunale in concomitanza con l’imminente entrata in zona gialla che fa? Finanzia e permette la nascita di una cooperativa».
Secondo Debora Tondelli, la neonata cooperativa finirà per «agevolare l’apertura di nuove attività concorrenziali, piuttosto che dare aiuti concreti a chi già esiste».
E conclude: «Questa può essere un’idea geniale in una situazione di normalità», ma «non dopo mesi di stenti per le partite Iva», che, nonostante la pandemia da Covid e le attività ferme «hanno dovuto pagare affitti utenze e tasse non avendo percepito reddito».
A rispondere sono Confcooperative Reggio Emilia e Legacoop Emilia Ovest.
Le associazioni
«Ci ha sorpreso la parzialità e l’inesattezza delle informazioni dalle quali la consigliera Tondelli muove le sue valutazioni. Ciò non solo con riguardo alla nuova cooperativa di comunità di Vetto, che non ha avuto finanziamenti pubblici e dall’amministrazione comunale, ma su questa tematica in generale. In tanti casi e tanti dibattiti, in centinaia di comuni italiani che si sono interessati alla costituzione di cooperative di comunità, perlopiù in contesti fragili, impoveriti o sotto shock socioeconomico non abbiamo mai sentito denunciare la nascita di nuove attività come una minaccia o un problema. La questione, qui, non è dividersi cocci e rovine, ma aumentare l’attrattività e le ragioni di arrivo e permanenza sul territorio. Sorprende, peraltro, che la minaccia sia percepita e denunciata da amministratori pubblici, quando le nuove attività sono dichiaratamente non speculative e promuovono ciò che dovrebbe stare a cuore degli amministratori locali, cioè lo sviluppo per tutti».
Spiegano dalle centrali cooperative: «Non è competenza del Comune permettere o impedire la costituzione di una cooperativa di comunità che dipende essenzialmente dalla volontà dei cittadini che ne sono promotori, subito impegnati a estendere a tutti i cittadini la possibilità di aderirvi, parteciparla e contribuire al suo sviluppo».
«È vero che il sindaco di Vetto ha accolto con il giusto favore e tutti i buoni auspici che il suo ruolo impone la determinazione di un gruppo di suoi cittadini in questa iniziativa – aggiungono dalle centrali cooperative –. Siamo anche testimoni della piena autonomia e della giusta distanza che l’amministrazione comunale ha assicurato a un’impresa che resta nella responsabilità di chi vi aderisce mettendoci peraltro tempo, energie e rischi personali. Ringraziamo per la sua attenzione la consigliera comunale Debora Tondelli e ci mettiamo a sua disposizione per gli approfondimenti che vorrà, ma la rassicuriamo decisamente: la cooperativa “Il Pontaccio”, per Vetto e l’Appennino, è una gran bella notizia». —
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