Reggio Emilia, gli over 65 non prenotano il vaccino Covid: «Chiamate, è importante»
Natalini, direttore sanitario dell’Ausl: «Finora si è mosso solo il 50% degli aventi diritto»
REGGIO EMILIA. Per la prima volta dall’inizio della campagna vaccinale, i telefoni dell’Ausl non suonano senza sosta. E non è un buon segno. Il demerito è degli over-65, ovvero le persone nate tra il 1952 e il 1956 compresi. Per questa categoria le agende vaccinali sono state aperte il 26 aprile, con una prima disponibilità di 18mila appuntamenti.
«Di questi – spiega Nicoletta Natalini, direttore sanitario dell’Ausl di Reggio – ne abbiamo occupati poco meno di diecimila, e abbiamo vaccinato circa il 28% degli aventi diritto». Certo l’operazione è appena cominciata, ma, come sottolinea Natalini, «è sicuramente la categoria con meno spinta a vaccinarsi. Degli over-65, al momento, si è prenotato il 50-55% del totale».
Troppo pochi per poter ambire alla copertura di massa. «È importante che anche chi ha tra i 64 e i 69 anni si vaccini – ribadisce Natalini – si tratta di persone che si muovono, hanno rapporti sociali, dunque sono esposti. Non sappiamo se questa reazione sia frutto di una sfiducia verso la vaccinazione o verso il tipo di vaccino proposto, ma non fa sicuramente bene in questo momento di maggiori aperture. I vaccini ci sono, i posti ci sono, bisogna solo che le persone prenotino».
Nel frattempo la campagna vaccinale prosegue a pieno ritmo con le altre categorie, e giovedì è stato raggiunto e superato il numero di somministrazioni richiesto dal commissario straordinario Figliuolo. A livello nazionale sono state raggiunte le 500mila dosi, in regione sono state superate le 42mila e anche Reggio ha dimostrato tutto il suo potenziale superando l’obiettivo delle cinquemila somministrazioni. «Precisamente – ricorda Cristina Marchesi, direttore generale dell’Ausl – abbiamo effettuato 5.650 somministrazioni, dimostrando che la macchina è ben rodata, tiene, e se ci arriveranno i vaccini non ci saranno problemi».
Nella categoria degli ultraottantenni è stato vaccinato il 90% degli aventi diritto, «ma tra chi manca dobbiamo considerare anche chi ha avuto la malattia negli ultimi mesi», ricorda Natalini. Anche le vaccinazioni domiciliari si avviano alla conclusione: «Lunedì ne restavano fuori meno di 300». L’accelerazione è dovuta all’apertura dei punti di vaccinazione drive-in, dove chi ha fatto richiesta del domiciliare viene accompagnato da un parente o da un aiutante. La vaccinazione avviene in auto, e in auto si aspettano i 15 minuti dopo l’iniezione.
«Questo servizio ha alleggerito tantissimo l’elenco delle richieste domiciliari – conferma Natalini – e ci ha anche permesso di vaccinare i pazienti in assistenza domiciliare più giovani, che hanno tra i 60 e i 79 anni. Di questi, lunedì restavano da vaccinare non più di cento persone su oltre mille aventi diritto». Bene anche la categoria delle persone tra i 75 e i 79 anni, dove i vaccinati arrivano all’80%. In rincorsa, con la percentuale attualmente al 72%, i 70-74enni. Dei 30mila estremamente vulnerabili indicati dalla Regione sono stati vaccinati in 21mila, ma altri 8mila hanno l’appuntamento in questi giorni.
Al momento l’impegno dell’Ausl è quello di contattare chi, pur avendo ricevuto l’invito alla vaccinazione sotto forma di messaggio sul telefonino, non ha risposto, e anche chi non ha il cellulare: «Parliamo di circa 8mila persone – riferisce Natalini – di cui la metà non si vuole vaccinare, mentre gli altri riceveranno appuntamento per la prossima settimana». Lo stesso accadrà con i circa 8mila disabili gravi rimasti: «La priorità era stata data alle persone con disabilità in carico ai servizi, poi siamo passati alle disabilità riconosciute gravi. Molte di queste persone, però, erano già state vaccinate in quanto rientravano negli elenchi delle persone estremamente vulnerabili».