Maltrattamenti, il gup assolve l’ex fidanzato «Accuse inventate»
Smentite botte e minacce. Lui e lei lavoravano insieme La difesa: «Per secondi fini la denuncia della donna»
Tiziano Soresina
TOANO. Nel 2019 era finita nel peggiore dei modi la storia fra due conviventi – ora lui ha 42 anni e lei tre anni di meno – che in più avevano un’attività insieme.
Una rottura non solo sul piano sentimentale, perché debordata a tal punto che la donna aveva denunciato per maltrattamenti il compagno, il che faceva scattare un’indagine e poi l’allontanamento del 42enne (finito agli arresti domiciliari) sia dalla casa in cui convivevano, sia dal luogo di lavoro.
L’ormai ex compagna l’accusa di vessazioni, offese, di averla estromessa dalla gestione dell’attività lavorativa (nonostante che lei sia la titolare), di minacce di morte qualora interrompesse la relazione (messaggi pesanti, alludendo anche all’intenzione di sfregiarla con l’acido). Insomma, una situazione tesissima, a cui vanno aggiunti – sempre secondo l’ex fidanzata – pugni e schiaffi. Ma di recente, nell’udienza preliminare davanti al gup Andrea Rat, questo “castello accusatorio” (la donna si è costituita parte civile) è pian piano crollato, a tal punto che lo stesso pm Iacopo Berardi ha chiesto l’assoluzione per l’imputato. Relativamente alle minacce di morte, dai messaggi agli atti non ve n’è traccia, in quanto emergono solo i tentativi del 42enne di rimettere in piedi la relazione, a cui lei risponde a tono, senza alcun timore. Le uniche vere frizioni riguardano la richiesta di lui di essere regolarizzato sul piano lavorativo, alla luce dei soldi investiti nell’attività (su questo punto è in corso una causa di diritto del lavoro, ndr).
Anche le percosse non sono risultate provate, nessun testimone ha visto o ne ha sentito parlare, inoltre sarebbero emerse anche delle incongruenze relative al certificato medico – presentato dalla donna – con prognosi di 15-20 giorni per lesioni a due costole. Sul piano poi dei comportamenti fra i due, le testimonianze inquadrano liti e urla, ma con offese reciproche, causate principalmente da incomprensioni sul piano lavorativo.
Insomma, al termine del procedimento con rito abbreviato, il gup Rat ha assolto l’imputato e annullato la misura restrittiva, ritenendo inattendibile quanto messo nero su bianco dall’ex fidanzata nella denuncia.
«Il mio assistito è stato trattato come un violento – commenta l’avvocatessa Sarah Casarini che ha tutelato il 42enne in questa delicata vicenda giudiziaria, – inoltre ha perso lavoro, casa e tutti i suoi risparmi, a seguito di una denuncia assolutamente strumentale. Adesso è in cura da uno psicologo, perché non riesce ad accettare l’ingiustizia che ha subìto, nonostante ora la sentenza l’abbia aiutato. Purtroppo negli ultimi due anni mi sono capitati diversi casi in cui ho dovuto dimostrare l’innocenza di uomini denunciati da donne per secondi fini. Sarebbe necessario trovare una soluzione al pericolo che ciò possa accadere». —
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