La guerra contro il gioco d’azzardo sbarca anche nelle scuole reggiane
Al via azioni di prevenzione nelle superiori e altri luoghi di aggregazione da settembre fino al 2024
REGGIO EMILIA. La guerra contro il gioco d’azzardo, in cui da anni il Comune è schierato in prima linea, si estende ad una nuova campagna da combattere con «azioni di sensibilizzazione e prevenzione» nelle scuole superiori e negli altri luoghi di aggregazione giovanile per tre anni scolastici, dal prossimo mese di settembre all’agosto del 2024.
La prima mossa è stata fatta da Roberto Montagnani, dirigente comunale del servizio Officina educativa, con l’indizione della gara a procedura aperta in modalità telematica su Sater (Sistema acquisti telematici Emilia-Romagna) tramite una determinazione dirigenziale dello scorso 18 maggio. Non mancano nella nostra città le persone qualificate ed esperte, capaci di compiere con competenza le previste attività di contrasto della ludopatia, ad incominciare dai collaboratori della cooperativa Centro sociale Papa Giovanni XXIII, di cui è stato presidente Matteo Iori, attuale presidente del consiglio comunale.
Nondimeno il servizio sarà affidato, secondo la normativa vigente, al soggetto che avrà presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa per la progettazione e la gestione di tali attività. La base della gara è costituita da un importo, interamente finanziato dall’Ausl, di 186.885 euro più Iva, di cui 143.503 di costo della manodopera. Alla determinazione dirigenziale è allegata la lettera con cui Lorenza Benedetti, dirigente comunale dell’Area servizi alla persona, autorizza l’Officina educativa ad impegnare nel contrasto alla ludopatia 76mila euro per ciascuno dei tre anni del bilancio pluriennale 2021-2023.
La piaga del gioco d’azzardo colpisce direttamente persone di tutte le età accomunate da una scarsa consapevolezza dell’impianto matematico-probabilistico del gioco stesso, che rende vincente chi lo organizza e perdente chi vi partecipa con assiduità, fino ai casi estremi della rovina economica di intere famiglie.
I giovani, che non difettano di intelligenza, sono pronti a recepire i messaggi di chi li mette in guardia contro gli allettamenti illusori e ingannevoli delle slot. Quindi sembrano produrre gli effetti sperati le iniziative finora avviate nei loro confronti da parte di insegnanti, educatori e genitori comprensibilmente preoccupati della diffusione di sale gioco e videolottery.
«Dalle ultime ricerche in materia – spiega Roberto Montagnani – emerge un dato significativo, ovvero la diminuzione del numero degli adolescenti giocatori e dei giovani a rischio dal 2011 ad oggi, aspetto che viene legato all’aumento di azioni di prevenzione attivate all’interno dei contesti scolastici ed extrascolastici». Perciò il Comune insiste sulle attività educative.
Per attuarle è necessaria la collaborazione dei responsabili delle scuole, delle società sportive, degli oratori e degli altri luoghi in cui i ragazzi trascorrono tanta parte del loro tempo. Né deve mancare il consenso dei genitori dei minorenni, ma in questa materia lo si può dare per scontato. Intanto l’amministrazione comunale continua ad applicare la legge regionale numero 5 del 2013 resa operativa nel 2017, per la quale si era speso in prima persona Matteo Iori, che fissa per le sale da gioco, le sale scommesse e le slot machine una distanza di almeno 500 metri dai luoghi frequentati da giovani, anziani e altre persone a rischio.
Il Comune ha approvato a sua volta una delibera applicativa e ha disegnato la mappa che consente di localizzare gli esercizi pubblici allo scopo di verificarne la distanza dai luoghi sensibili e chiudere quelli che non la rispettano. Gli inadempienti vanno incontro a sanzioni amministrative e alla chiusura con sigilli degli apparecchi abusivi e degli stessi locali. Finora si è verificato più di un caso, che tuttavia ha dato luogo a controversie giudiziarie. —
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