Crollo del Ponte Morandi la procura chiede il processo per 59 indagati
Il disastro costò 43 vite Nell’elenco figurano anche Giovanni Castellucci e Antonino Galatà, numeri uno di Aspi e Spea
Valentina Carosini
Genova. A quasi tre anni di distanza dal disastro del 14 agosto 2018, quando il crollo del ponte Morandi di Genova provocò la morte di 43 persone, ieri la procura ha inoltrato le richieste di rinvio a giudizio per 59 indagati, a vario titolo accusati di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, omissione di atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sul lavoro. Nell’elenco dei nomi di chi dovrà comparire davanti al gup, presumibilmente entro settembre, ci sono gli ex vertici di Aspi e Spea ma anche membri del Mit e del Provveditorato alle opere pubbliche. Tra gli altri, l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, l’ex ad di Spea Antonino Galatà, e poi i manager Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli.
Dopo tre anni di indagini per risalire alle cause del disastro da parte della procura di Genova, tre anni di lunghi accertamenti, perizie sui reperti e sulla documentazione esistente, migliaia di file analizzati nelle verifiche eseguite dalla Guardia di finanza e due incidenti probatori, entro l’autunno si entrerà nel cuore della fase processuale che servirà a stabilire eventuali responsabilità legate a omesse manutenzioni e controlli sull’infrastruttura che avrebbero potuto evitare la tragedia. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio insieme ai pm Massimo Terrile e Walter Cotugno, che lo stesso D’Ovidio ha ringraziato insieme ai finanzieri genovesi.
Un lavoro d’indagine «enorme, straordinario per cui si manifesta un grande apprezzamento per l’impegno e il risultato raggiunto», ha spiegato. Sono state in tutto dieci le posizioni stralciate sul totale iniziale di 71 indagati – insieme alle due società – mentre tre nomi sono stati spuntati per sopravvenuto decesso negli ultimi due anni. Dopo aver trasmesso gli atti al gup, si dovrà attendere ora che venga fissata la data per l’udienza preliminare attesa entro fine estate.
«Ovviamente – afferma Egle Possetti, portavoce del Comitato in Ricordo delle vittime del Ponte Morandi – siamo grati alla procura e agli inquirenti che hanno fatto un grande lavoro, un lavoro non indifferente con tutte le problematiche tecniche riscontrate. Auspichiamo che il processo possa partire il prima possibile, e che faccia luce su quanto avvenuto perché abbiamo bisogno di verità e giustizia e che ciò avvenga in tempi brevi».
Nella tragedia di Genova, Possetti ha perso la sorella Claudia, il marito e i due nipoti, un ragazzo di 16 anni e una ragazza di 12. In questi anni è stata la voce e il cuore del Comitato. «Oltre a questo – prosegue – ci aspettiamo anche un lavoro di verifica per quel che riguarda la concessione perché per noi non devono essere dati altri fondi a questi azionisti. A seguito del parere della Commissione europea c’è la possibilità che questo contratto possa decadere. Noi chiediamo la decadenza del contratto di concessione con Aspi, che è viziato in origine e quindi non dobbiamo pagare più nulla a nessuno. Chiediamo anche in merito alle ultime verifiche che finisca questa situazione di incertezza sulle strade». —