Gazzetta di Reggio

Reggio

L’aceto balsamico è prodotto in quota

Paolo Ruini
Il taglio del nastro col sindaco Tiziano Borghi e il presidente della Provincia
Il taglio del nastro col sindaco Tiziano Borghi e il presidente della Provincia

Carpineti, inaugurata a Casteldaldo la sede dell’Acetaia Astrology. «Clima eccezionale a 600 metri, il risultato è molto buono»

3 MINUTI DI LETTURA





CARPINETI. È una delle acetaie più alte dell’Appennino reggiano, e vanta sicuramente il primato di essere la più grande in questa zona. Si tratta dell’Acetaia Astrology, inaugurata nei giorni scorsi in via Colombaia Casteldaldo, ai piedi del Monte di Valestra. Alla cerimonia inaugurale erano presenti il presidente della Provincia, Giorgio Zanni, e il sindaco di Carpineti, Tiziano Borghi, che hanno tagliato il nastro tricolore assieme ai titolari e tante altre persone. Don Fabio Ferrari ha benedetto la nuova struttura. Per tutta la giornata decine di persone hanno visitato la nuova acetaia.

[[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:site:1.40504579:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/image/contentid/policy:1.40504579:1654774229/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

LA STORIA. La famiglia di Luca Casoni da anni si occupa della produzione di aceto balsamico ed è titolare dell’Acetaia Astrology, che ha la sede a Castellarano e produce diversi tipi di aceto. Ora ha deciso di fare un nuovo e importante investimento. Recentemente ha la famiglia ha ristrutturato l’antica stalla sulle colline di Carpineti dove i nonni e i genitori allevavano le mucche. Una scelta sicuramente molto coraggiosa. Di fatto, dall’antico edificio in pietra è stato ricavato uno spazio a pianterreno dove vengono presentati i prodotti che si possono realizzare con l’aceto balsamico e dove è possibile fare assaggi e degustazione. L’ex fienile è stato invece trasformato in acetaia, dove verrà prodotto l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia Dop. «Siamo in attesa che il Consorzio dell’Aceto balsamico reggiano venga a timbrarci le botti – spiega Luca Casoni – per avere tutti i crismi per la produzione di questo aceto che ha delle caratteristiche eccezionali e uniche».

[[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:site:1.40504580:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/image/contentid/policy:1.40504580:1654774230/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

LA SCELTA. Ma perché l’inconsueta decisione di salire in Appennino per la produzione di balsamico? «Le ragioni sono state diverse – risponde Luca Casoni –. La prima è che qui vivevano i miei genitori, quindi mi sembra quasi una sorta di ritorno alle origini. La seconda invece è che siamo a 600 metri di altezza e, cosa veramente eccezionale, il clima e gli sbalzi termici di questa valle permettono di ottenere un aceto molto buono. Infine, abbiamo deciso di realizzare un luogo dedicato all’aceto balsamico».

Ma a Casteldaldo non ci sarà spazio solo per produrre aceto balsamico. Qui si potrà venire per degustare anche altri prodotti enogastronomici del territorio. Un luogo da conoscere ed esplorare. «L’idea – spiega Lizia Astrologi, moglie di Casoni – è stata quella di realizzare sì una nuova acetaia, ma anche un luogo dove è possibile venire e conoscere le particolarità e le versatilità gastronomiche dell’aceto balsamico. La stalla è stata trasformata in una sala degustazioni che può ospitare fino a 16 persone. In questo luogo spieghiamo le origini dell’aceto balsamico, la sua storia e i suoi molteplici utilizzi. Volendo, è possibile fare pranzi con i prodotti tipici; poi la visita continua nell’acetaia vera e propria, dove è presente un’ottantina di botti divise in 14 batterie, con quattro “Badesse”, ovvero grandi botti che permettono di alimentare le varie batterie».