I 10 capi delle “cellule” con una cassa comune
reggio emilia. La maxi inchiesta ritiene che tutto ruotasse attorno ad una decina di “cellule” con relativi capi: Giuseppe Gareri (35 anni, di Gualtieri), Luigi detto “Gino” Brugnano (42 anni, di Cadelbosco Sopra), Antonio Sestito (41 anni, di Cadelbosco Sopra), Giuseppe detto “Spike” Stirparo (44 anni, di Cadelbosco Sopra), Michele Caccia (45 anni, di Reggio Emilia), Pietro Arabia (42 anni, di Campegine), Salvatore detto “Il barese” Mendicino (41 anni, di Reggio Emilia), Giorgio Bellini (61 anni, residente a Scandalara Ravara, nel Cremonese), Nicola Lombardo (42 anni, di Oristano). Per chi indaga questi dieci capi «provvedevano a creare le società cartiera che intestavano ad altri sodali partecipi che avevano il ruolo di eseguire le direttive loro impartite, nonché nella destinazione di altre società effettivamente esistenti alla realizzazione degli scopi del sodalizio, alla successiva individuazione di ditte compiacenti utilizzatrici delle fatture per operazioni inesistenti, i cui titolari effettuavano bonifici pari all’importo delle fatture ricevute su conti correnti riferibili alle società del sodalizio. Denaro che successivamente – ricostruiscono gli inquirenti – veniva, sia attraverso numerosi prelievi giornalieri, sia attraverso bonifici o emissione di assegni, riconsegnato, al netto della percentuale stabilita, agli stessi fruitori delle fatture emesse per operazioni inesistenti». Viene anche specificato che le “cellule” erano autonome, ma interagivano fra loro attraverso la creazione di una cassa comune.
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