Gazzetta di Reggio

Reggio

Nella storia di Saman non c’è la scuola perchè fu costretta ad abbandonarla

Alessandro Cagossi

Per la 18enne scomparsa mancò un intervento tempestivo sulla mancata frequenza dei due anni di obbligatorietà 

09 settembre 2021
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il retroscena

Oltre alle indagini che cercano di far luce su quanto sia successo a Saman Abbas, con gli inquirenti che seguono la pista dell’omicidio con occultamento di cadavere, esiste anche un altro snodo controverso relativo alla vicenda della ragazza pakistana scomparsa nel nulla: il suo abbandono scolastico dopo la licenza media, nonostante l’obbligo che le avrebbe imposto altri due anni di frequenza alle superiori. Un abbandono che, se opportunamente preso in carico, avrebbe dovuto attivare un percorso di servizi sociali per “negligenza genitoriale”, tanto più che poco prima di scomparire Saman (è notizia di qualche giorno fa) ha rivelato ai carabinieri di Novellara di essere stata picchiata dal padre «spesso ubriaco di vino, perché io volevo andare a scuola, ma lui non voleva». Ma questa attivazione dei servizi sociali che in realtà non c’è mai stata.

Aveva 13 anni Saman quando arrivò in Italia nel 2015 per ricongiungersi con la sua famiglia. Frequentò l’ultimo anno delle scuole medie “Orsi”. Si dimostrò una studentessa brillante e ben si inserì nel contesto scolastico, tanto da ottenere l’ammissione all’esame, che superò. Saman espresse il desiderio di proseguire la scuola dopo la terza media, peraltro per adempiere, perlomeno, ai due anni ulteriori di istruzione obbligatoria. Si iscrisse all’istituto professionale Carrara, dove tuttavia non frequentò mai.

In definitiva, abbandonò la scuola, ma non si attivarono i servizi sociali per la tutela dei minori, in quell’epoca ancora gestiti dall’Unione Bassa reggiana, prima della creazione dell’Azienda speciale Bassa reggiana (Asbr) nel 2017. Esistono due ricostruzioni su di chi sia la responsabilità della mancata attivazione dei servizi sociali che avrebbe permesso di attenzionare la drammatica situazione familiare della ragazza sin dal 2016, ben prima che Saman stessa si presentasse agli sportelli dei servizi sociali nel novembre del 2020 per denunciare di essere vittima di un matrimonio combinato architettato dalla famiglia.

Da una parte, l’Unione Bassa Reggiana, ad un’interrogazione presentata dai consiglieri delle due liste di minoranza, rispose: «Al Servizio Sociale Area Genitorialità e Tutela Minori non è mai pervenuta alcuna segnalazione rispetto alla mancata frequenza scolastica di Saman Abbas». Resoconto che fu poi smentito qualche giorno dopo dal direttore scolastico provinciale Paolo Bernardi che dichiarò: «L’allora direttore scolastico del “Carrara” (scuola in cui Saman Abbas fu iscritta, pur non frequentando, ndr) segnalò via Pec alle autorità competenti (sindaco di Novellara, polizia municipale, Ufficio scuola e servizi sociali) l’evasione dall’obbligo scolastico già nel mese di novembre 2017». La segnalazione da parte della scuola avrebbe imposto di intervenire per verificare la situazione famigliare di Saman e di pianificare un progetto sulla capacità genitoriale dei genitori della ragazza minorenne. Oltre all’abbandono scolastico, ci sono almeno altri due segnali d’allarme che emergono dal precedente vissuto di Saman, quando era ancora minorenne: un tentativo di suicidio risalente a marzo del 2020 con conseguente ricovero in ospedale, e una fuga in Belgio nel giugno del 2020, con denuncia della sua scomparsa da parte dei genitori ai carabinieri. Un anno dopo esatto di lei si sarebbero perse le tracce.

Alessandro Cagossi

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