Si scaglia contro gli agenti poi danneggia la volante e un lavabo in questura, arrestato
Una crisi di nervi che costerà cara al 23enne, sino a venerdì pomeriggio agli arresti domiciliari per espiare una pena per rapina in un discount (gli mancavano però solo cinque giorni per il ritorno in libertà) e ora finito in carcere
REGGIO EMILIA. Una crisi di nervi che ora costerà cara al 23enne Saad Zyadate, sino a venerdì pomeriggio agli arresti domiciliari per espiare una pena per rapina ad un discount (gli mancavano però solo cinque giorni per il ritorno in libertà) ed ora finito in carcere.
L’esplosione di rabbia quando i poliziotti sono giunti nell’abitazione di viale Monte San Michele per notificargli degli atti riguardanti il futuro processo che dovrà affrontare per evasione.
Secondo la ricostruzione della polizia, il giovane si è subito innervosito, ha cercato di aizzare il suo cane da guardia (un molosso) contro gli agenti, poi ha iniziato a scalciare e un poliziotto uscirà da quell’intervento sempre più concitato con un dito rotto e una prognosi di 25 giorni (come da referto in ospedale). Ma non è finita qui, perché il 23enne ha anche danneggiato l’auto di servizio con cui gli agenti l’hanno trasferito in questura, scagliandosi poi sul lavabo della camera di sicurezza in cui è stato, infine, rinchiuso, con tanto di rubinetto divelto. Da lì la serie di accuse: resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, nonché danneggiamenti. Di tutto questo si è parlato ieri mattina in tribunale davanti al giudice Giovanni Ghini. Zyadate si è avvalso della facoltà di non rispondere, limitandosi alle scuse per quanto combinato.
A quel punto si è passati alle richieste di misura cautelare. Per la pm Maria Rita Pantani per quanto accaduto il giovane deve tornare in cella. Di diverso avviso l’avvocato difensore Mario Di Frenna che ha chiesto una misura restrittiva meno afflittiva: «Ha sbagliato, ma il mio assistito si è innervosito perché ha interpretato quella notifica di atti come un tornare indietro e stiamo parlando della paura comprensibile di un giovane che ha trascorso un decimo della sua vita fra carcere e arresti domiciliari». Tesi difensiva accolta dal giudice Ghini che ha disposto gli arresti domiciliari, ma poco dopo è arrivata la decisione del magistrato di sorveglianza che ha aggravato la misura disposta in precedenza per la rapina, da qui il ritorno in carcere alla Pulce del 23enne che sarà processato ai primi di novembre.
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