Kobe e la sua infanzia reggiana, un nuovo film in preparazione
La casa cinematografica Indigo pronta a girare entro un mese le scene in città. Protagonisti amici e compagni di squadra della stella Nba morta un anno fa
REGGIO EMILIA. L’adolescenza a Reggio, le giovanili della Pallacanestro Reggiana all’ombra del padre Jo, indiscusso fuoriclasse dei biancorossi dell’epoca, le “trasferte” fra Montecavolo e la città. E poi: gli amici coi quali scorazzava in bici, l’esperienza scolastica durante la quale una professoressa arrivò a pronosticare – sbagliando – che non avrebbe avuto una gran carriera nel basket, i primi allenatori, i compagni di squadra che poi hanno preso tutt’altra strada, ma coi quali è sempre rimasto in contatto, anche a migliaia di chilometri di distanza. Ci sarà questo e molto altro nella nuova docufiction che la casa di produzione Indigo Film si prepara a filmare – a Reggio ma non solo – per descrivere una delle stelle più luminose Nba: Kobe Bryant.
A quasi due anni dalla sua scomparsa – avvenuta il 26 gennaio 2020 in California in un tragico incidente in elicottero in cui perse la vita anche la figlia Gianna – l’infanzia, i successi di Kobe si preparano a sbarcare sul grande schermo e forse anche a diventare il soggetto per una serie tv.
«Non potrebbe esserci luogo più lontano da Los Angeles di Reggio – dichiarava Kobe davanti ai cronisti reggiani qualche anno fa, quando nel corso di un’improvvisata tornò da queste parti, appena ritiratosi dalla carriera agonistica – Questo vuol dire che se io sono cresciuto qui, e poi sono riuscito ad affermarmi come uno dei migliori giocatori dell’Nba, allora tutto è possibile». La casa di produzione cinematografica si prepara a venire a Reggio entro un mese: sta cercando i contatti con l’allenatore che lo vide crescere, Andrea Menozzi, e soprattutto con amici e compagni delle giovanili biancorosse. Con loro Kobe Bryant ha trascorso i momenti più belli a Reggio, tanto che lo stesso fuoriclasse, quando gli chiesero una cosa che l’aveva fatto innamorare della nostra città, rispose: «La mia vita qui era semplice: uscire in bici, vedere gli amici, andare a prendere un gelato, chiacchierare… se lo spiego alle mie figlie non capiscono, non possono capire perché tutto questo in America non è possibile, non esiste. C’è un amore particolare in queste terre». Il Comune di Reggio, a un anno dalla sua morte ha intitolato primo fra tutti la nuova piazza antistante il PalaBigi proprio a loro: “Largo Gianna e Kobe Bryant”, apponendo una stele nel punto in cui lo slargo si affaccia sulla circonvallazione. Contemporaneamente, ha scoperto quattro grandi manifesti, dopo aver scovato foto inedite del campione da bambino nei suoi anni reggiani. Una fra tutte colpisce: il piccolo Kobe, completamente imbacuccato per il freddo, sui gradoni del vecchio Mirabello (quando ci giocava la Reggiana calcio), accompagnato proprio dal padre Joe.
I dettagli della produzione per cinema e tv non sono ancora noti: d’altronde le macchine si stanno mettendo in moto solo adesso e ci vorranno diversi mesi perché dal girato si possa approdare a un prodotto da trasmettere sugli schermi. Ciò che è sicuro è che la parentesi reggiana di uno dei migliori giocatori di tutti i tempi dei mitici Lakers verrà descritta sì dal punto di vista sportivo, partendo dagli esordi, ma gran parte dello spazio sarà dedicato a raccontare il ragazzino cresciuto nella provincia emiliana che poi ha saputo imporsi al mondo dei professionisti a stelle e strisce.
«Il più bel ricordo che ho di quando ero qua non ha molto a che vedere col basket, anzi nulla – ricordava Kobe parlando di Reggio – Fu un’esibizione a scuola. Ci preparammo per un anno a ballare, e poi venne il giorno della… recita. Fu davvero emozionante, e divertente». Aneddoti come questi che hanno il potere di far scoprire alla platea appassionati le persone che si celano dietro le star.
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