Reggio Emilia, alla manifestazione dei No Green pass «solo antifascisti»
La piazza reggiana ha voluto prendere le distanze in modo netto rispetto ai disordini di Roma
REGGIO EMILIA. Una piazza sotto osservazione, che però ha voluto prendere le distanze in modo netto rispetto ai disordini di Roma.
Con questo spirito si è svolto ieri pomeriggio, in piazza Martiri del 7 Luglio, la manifestazione dei No Green Pass indetta dal gruppo “Scuola libertà e Costituzione”, composto da circa 200 lavoratori fra insegnanti, educatori e personale Ata contrari all’obbligo del certificato verde.
Dopo quanto accaduto nella capitale sabato sera, dove noti esponenti dell’estrema destra hanno arringato la folla assaltando la sede Cgil, l’attenzione della questura di Reggio Emilia si è innalzata. Il rischio che forze neofasciste si infiltrassero tra i manifestanti era elevato: perciò lo schieramento di poliziotti in divisa e in borghese, coordinati sul posto da Domenico De Iesu (capo di gabinetto) e Lucio Di Cicco (dirigente della Digos) è stato massiccio.
Nessuna comunicazione ufficiale da parte del Viminale, ma ogni iniziativa viene approfondita e vagliata con maggiore attenzione anche perché ci stiamo avvicinando al 15 ottobre, data in cui scatterà l’obbligo del green pass in tutti i luoghi di lavoro, e qualsiasi manifestazione, fino a venerdì prossima, sarà “sorvegliata speciale”. Così come la sede Cgil reggiana, in via Roma, sarà oggetto di una particolare vigilanza.
I partecipanti al sit-in, tuttavia, hanno voluto smarcarsi rivendicando la peculiarità tutta reggiana: «L’antifascismo non si tocca». Davanti a un centinaio di persone Marco Vicini, presidente del circolo Arci Tunnel, è salito in piedi su una panchina spiegando: «Siamo contro il green pass ma siamo antifascisti. Siamo contro il Governo, che ci vieta di lavorare e di avere una vita sociale. Il green pass è un passaporto sociale che si ispira al modello cinese per isolare i disobbedienti». Tuttavia «non abbiamo niente a che vedere con i fascisti di Roma e siamo solidali con la Cgil».
Al termine del breve discorso sono stati distribuiti drappi rossi con la sottolineatura: “Sono gli unici drappi accetti, non accetti i drappi neri”. A margine Fabio Bonvicini, uno dei motori di Scuola libertà e Costituzione, ha spiegato: «Ci dissociamo dai fatti romani, sono ingiustificabili. I sindacati confederali non mi rappresentano ma non si può assaltare la sede Cgil. Non tollereremo infiltrazioni. Una donna si è presentata in piazza con il cartello “Medici nazisti”: l’abbiamo invitata ad allontanarsi».