Gazzetta di Reggio

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La liberatoria per essere curato in un modulo su IppocrateOrg

Daniele Predieri
La liberatoria per essere curato in un modulo su IppocrateOrg

Firmata dal 68enne ad agosto chiedendo i farmaci prescritti Fra le clausole l’esonero del medico da ogni responsabilità

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REGGIO EMILIA. Aveva deciso di curarsi con il dottor Alberto Dallari di Reggio Emilia, che fa parte del gruppo di Assistenza 999 di IppocrateOrg. Mauro Gallerani, 68 anni, ferrarese, morto per Covid all’ospedale Sant’Anna dopo oltre un mese dal ricovero, aveva firmato la liberatoria a Dallari il 27 agosto scorso, mentre i contatti tra medico e paziente erano iniziati due giorni prima, il 25 agosto.

La liberatoria che pubblichiamo qui a fianco è il modulo pre-stampato che si scarica dalla piattaforma IppocrateOrg: indica le terapie da seguire e esonera il medico curante – in questo caso il medico reggiano, appunto – da ogni responsabilità. Sotto la firma che Gallerani pone in fondo alla liberatoria c’è l’altra “firma” di IppocrateOrg.

E allora? Tutto questo dovrà essere approfondito nell’indagine della procura di Ferrara, che ieri ha fatto un salto giudiziario con il suo primo atto pubblico e con la perquisizione- sequestro nella casa di Dallari, in città, e l’avviso di garanzia contestuale al medico per i reati di omissione di soccorso e colpa medica.

Un atto di garanzia in vista dell’autopsia fissata per domani a Padova. Nell’indagine aperta sono tante le spiegazioni che dovrà dare il medico, poiché lo stesso Gallerani al momento del suo accesso al pronto soccorso ferrarese del 3 settembre, quando si presentò con i valori del saturimetro di 57/74 (saturazione e frequenza cardiaca), riferì ai sanitari che lo visitarono il nome del medico che lo curava a domicilio (a distanza), quali farmaci assumesse e che li assumeva perché si curava tramite il dottore dell’associazione IppocrateOrg. Associazione che nei giorni scorsi, tramite il suo presidente Mauro Rango ha dichiarato in modo netto, al programma Controcorrente di Rete 4, essere «tutte falsità» quelle riportate sul loro coinvolgimento dato che il gruppo non aveva tra i propri pazienti Gallerani, definendo infine l’accusa «infondata».

Dichiarazioni, anche queste, che dovranno essere valutate dagli inquirenti che ora stano ripercorrendo quella decina di giorni tra la fine d’agosto e i primi di settembre, quando il 68enne ferrarese si affidò alle cure del dottor Dallari, a distanza. Solo per mail e WhatsApp, neanche con messaggi vocali, come lo stesso medico invitava a non fare. Messaggi in chat che sono finiti prima nella relazione/segnalazione che l’ospedale Sant’Anna inoltra alla procura e ora negli atti del fascicolo giudiziario assieme al telefonino e il computer di Gallerani, posti sotto sequestro dalla Squadra mobile di Reggio Emilia.

I messaggi partono dal 25 agosto e finiscono il 3 settembre, giorno del ricovero del no-vax 68enne. Che, ogni giorno, continuava a inviare al medico i valori del saturimetro fino al 27 agosto, quando Dallari si fa firmare la liberatoria sul modulo scaricabile in pdf proprio dal sito di Ippocrate Org.

Gallerani chiede di esser curato secondo il protocollo domiciliare Covid con i farmaci che conosciamo già: idrossiclorochina, Azitromicina, Iver mectina, Colchicina con l’aggiunta, recita la liberatoria, di anticoaugulante, Corticosteroidi. Poi la dichiarazione di aver compreso gli eventuali rischi e che si esonerava il medico curante «da ogni responsabilità civile, penale e morale per effetti collaterali». Anche il decesso?

Questa la domanda attorno alla quale ruota l’intera indagine della procura di Ferrara. Che, ribadiamo, da ieri è entrata nel vivo: ora è il momento di dare spiegazioni.

Daniele Predieri

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