Gazzetta di Reggio

REGGIO EMILIA. Sono in totale 55 le procedure fallimentari aperte nella nostra provincia nei primi nove mesi del 2021. L’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati del Tribunale di Reggio Emilia evidenzia un aumento di 23 unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, «con un dato che appare però in linea con quelli degli anni precedenti».

Nei primi nove mesi del 2019, infatti, i fallimenti furono 61 e nel 2018 si attestarono a 56. «Su questo versante, anche l’andamento di questo indicatore dell’economia provinciale sembra dunque rientrare nello standard pre-covid, riducendo così, almeno in questa fase, il timore di un aumento dei default».

Secondo lo studio, il settore più penalizzato si conferma quello delle costruzioni (il più “vivace” sia in termini di chiusure che di aperture di nuove imprese) che, con quattordici imprese reggiane coinvolte, rappresenta un quarto dei fallimenti registrati nei mesi da gennaio a settembre, con un dato che si manifesta in aumento di quattro unità rispetto al 2020.

Cresce anche il dato del manifatturiero: rispetto ai primi nove mesi del 2020 (8 unità) le procedure aperte nel manifatturiero reggiano salgono a quattordici.

Sono poi 7 – in aumento rispetto ai tre dello stesso periodo del 2020 – le procedure fallimentari aperte nei primi nove mesi del 2021 relative al commercio all’ingrosso e al dettaglio.

In crescita di due unità risultano anche le procedure fallimentari relative alle aziende del settore immobiliare. I pubblici esercizi hanno totalizzato complessivamente tre fallimenti nel settore dell’alloggio e della ristorazione.

Infine, tre i fallimenti registrati nel comparto del noleggio, agenzie viaggio e servizi supporto alle imprese, mentre restano colpiti più marginalmente altri settori per i quali si conta solo una procedura fallimentare.

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