Si è chiusa la raccolta fondi per la famiglia di Cecilia
I locali riuniti nel gruppo “Reggio Beve” avevano lanciato da subito l’iniziativa. Grande successo anche per l’evento organizzato dall’associazione Dojo SDK
REGGIO EMILIA. Si è conclusa sabato sera la raccolta fondi per sostenere la famiglia di Cecilia Hazana, la 34enne di origine peruviana uccisa una settimana fa dall’ex nel parco di via Patti, poco lontano da via Melato dove la donna viveva con il figlioletto nato da una precedente relazione e la madre. Tra i primi a mettersi in moto per poter offrire sostegno alla sua famiglia sono stati i locali riuniti nel gruppo “Reggio Beve”: Guascone, La Gargotta del Popol Giost, Piccola Bidoneria, Gattaglio’s Pub, il Circolo Arci Tunnel, Osteria Zena, Il Nicchio e Nani Bottega&Cucina. Davanti a questi locali, un fiocco rosso come segno distintivo contro la violenza di genere. Fino a sabato sera, sui banconi dei rispettivi locali, era possibile lasciare una qualsiasi cifra, anche minima, per riuscire tutti insieme a dare una mano alla famiglia di Cecilia.
Cecilia viveva in un appartamento con la madre e il figlio di un anno e mezzo. Ora la madre si trova a casa da sola, in lutto per la figlia, con il nipotino, senza un lavoro e senza parlare l’italiano. Se anche prima le condizioni economiche della famiglia erano precarie, ora diventa davvero difficile pensare come la madre e il bambino di Cecilia possano affrontare anche solo la quotidianità.
La raccolta fondi organizzata da “Reggio Beve” si è quindi conclusa e, anche se solo nei prossimi giorni si saprà l’importo esatto delle donazioni, resta la civiltà di un gesto con il quale si è voluto prendere posizione e dire “basta”.
In questa settimana sono state davvero tante le iniziative organizzate in occasione della Giornata internazionale conto la violenza di genere, iniziative nel corso del quale erano presenti nell’aria, come pugnali, gli occhi dolci di Cecilia spenti per sempre da quella violenza.
Decisamente positivo il bilancio relativo all’evento “IoT(t)iAmo”, tenutosi in via Olimpia nella la sede della Associazione Ssortiva dilettantistica Dojo SDK, sul tema della violenza di genere. Particolarmente apprezzata la presenza dell’ Associazione Nondasola; straordinari i contenuti riportati, i dati condivisi e, soprattutto, la stimolante discussione sull'attenzione che gli educatori, i precettori, gli insegnanti, ma anche gli operatori sportivi che trattano le fasce infantili e giovanili, devono sviluppare per riconoscere nei giovani i segnali di un disagio in ambito domestico. Un contributo notevole è pervenuto anche dai Servizi Sociali del Comune di Reggio Emilia, che si ringraziano nelle persone della dirigente Germana Corradini e dell'assistente sociale del Polo Ovest Manuela Reggio. Interessanti anche gli spunti di discussione offerti dalla dirigente scolastica Francesca Spadoni, che ha fatto riflettere i presenti sull'involontaria trasmissione – da parte delle stesse donne – di alcuni dei più antichi stereotipi in tema di differenze e parità di genere. Brillante l’intervento della psicologa Giulia Merli, la quale ha analizzato il tema dal punto di osservazione degli adolescenti, riportando dati statistici tanto recenti quanto allarmanti.
Evento ben riuscito, dunque, grazie alla partecipazione di ospiti competenti, disponibili e generosi nel contribuire alle finalità di informazione e prevenzione del fenomeno della violenza nei confronti delle donne, che la Dojo SDK, da molti anni, si prefigge.
© RIPRODUZIONE RISERVATA