Prima adottati durante il lockdown del 2020 Poi lasciati un anno dopo
Sono una quindicina i cani finiti al canile come Tommy «Scoprono di non saperli gestire, serve consapevolezza»
Elisa Pederzoli
NOVELLARA. Tommy è un cane di un anno e mezzo, adottato durante il lockdown e portato al canile un anno e mezzo dopo perchè la famiglia si è resa conto di non essere in grado di occuparsi di lui. La sua storia non è unica, anzi. Sono tanti gli animali cercati e accolti in casa durante il difficile, anche dal punto di vista emotivo, periodo di dure restrizioni del 2020 che ora, con le abitudini e l’attività lavorativa riprese, sono stati portati al canile. «Almeno una quindicina direi da noi, adesso è proprio il momento in cui abbiamo questi cani di un anno e mezzo, in piena adolescenza, che è il periodo più complesso da gestire».
Natasha Artoni, educatrice cinofila del canile intercomunale di Novellara, racconta così i casi che stanno affrontando, Tommy compreso. «Tanta gente in lockdown ha detto “siamo a casa, prendiamoci il cane”. Però bisogna avere un po’ di competenze per crescerlo, tant’è che tutti i cani che ci stanno portando ora hanno un anno e mezzo, ora sono in piena adolescenza, classico periodo in cui danno dei problemi. Con la routine tornata normale c’è meno tempo per gestire il cane e spesso non c’è stato impegno nel provare a tenerlo. A volte basterebbe un percorso con une educatore e lavorare sul rapporto con il proprietario per risolvere il problema» racconta. «Un altro problema sono i cani adottati dal Sud, vedendo solo una foto. Sono arrivati cani fobici, non socializzati con l’ambiente urbano e diventa un elemento di disagio per le famiglie: questo dovrebbe insegnare che il cane non puoi sceglierlo da una foto, ma dovresti conoscerne il carattere, se è compatibile con la tua famiglia. Non ne faccio una colpa nè alle volontarie, nè alle famiglie, ma bisogna tenere conto che sono cani con un certo corredo genetico sotto: sono cani iperattivi, non abituati a vivere in appartamento. Difficilmente trova compatibilità in una famiglia media. Il problema a volte è che c’è poca informazione» racconta. L’appello è sempre ad adozioni consapevoli, facendosi consigliare dagli operatori del canile. «Non tutte le famiglie sono adatte per un cucciolo, o a una specifica razza». È bene saperlo prima.
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