Rapina in villa, l’imprenditore Dante Bigi «Supererò pure questa brutta esperienza»
L’inchiesta della Squadra Mobile porta ad una banda di professionisti dell’Est Europa, si presume pendolari del crimine
Ambra Prati
reggio emilia. «Supererò anche questa brutta esperienza». Con queste poche parole l’imprenditore Dante Bigi, bersaglio di una rapina in villa durante la quale è stato sequestrato, ha confessato il suo stato d’animo agli amici. Il suo entourage lo definisce «provato, ma sereno». «Ha vissuto una disavventura della quale avrebbe fatto volentieri a meno; ma ha un carattere forte e reattivo, si riprenderà». Intanto l’indagine sul misterioso assalto è passato, per competenza, alla Squadra Mobile della polizia di Stato, sotto il coordinamento del pm di turno Piera Giannusa. In base al racconto dell’imprenditore, che ha dichiarato di aver sentito parlare tra di loro i rapinatori «con un accento straniero, che mi è parso slavo», sta prendendo corpo la pista di professionisti specializzati in colpi in abitazioni private facoltose; forse pendolari del crimine provenienti da fuori provincia, anche se il basista dev’essere stato reggiano.
Giovedì scorso alle 20 Bigi si trovava solo in casa, nella villa vicino al lungo Crostolo circondata da un parco enorme con due ingressi (uno su via Tassoni e uno su via De Sanctis, confinante con il parco delle Caprette), quando all’improvviso hanno fatto irruzione quattro individui, con il volto coperto da un passamontagna e potenti torce. Non è chiaro se i malviventi fossero armati: di certo hanno puntato sull’effetto sorpresa e sull’intimidazione, accecando l’imprenditore con potenti torce e ordinandogli, sotto pesanti minacce pronunciate in un italiano stentato, di aprire la cassaforte. La banda sapeva esattamente dove si trovava e cosa conteneva il forziere: un bottino importante. Il padrone di casa ha ubbidito e ha composto la combinazione della cassaforte, contenente orologi di pregio e una considerevole cifra in denaro: dopo aver svuotato il contenuto e averlo riposto in un sacco, il commando prima di sparire ha provveduto a portare Dante Bigi nella camera da letto, dove è stato legato ed imbavagliato. Una precauzione, per essere sicuri che l’allarme alle forze dell’ordine non fosse tempestivo. Difatti così è stato: è passata almeno mezz’ora – o un’ora – prima che la moglie Silvana Turrini tornasse a casa, liberando il marito.
L’indagine della Mobile si sta concentrando sulle telecamere – della villa e delle strade circostanti –, per ricostruire il tragitto degli autori dell’assalto, che con tutta probabilità si sono nascosti nel parco attendendo il momento propizio per agire. L’indagine si presenta complessa: non essendo degli sprovveduti, i rapinatori hanno lasciato ben poche tracce.
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