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Risparmi, nuovo record con il coronavirus. Il tesoretto dei reggiani è di 20 miliardi

Enrico Lorenzo Tidona
Risparmi, nuovo record con il coronavirus. Il tesoretto dei reggiani è di 20 miliardi

Non si arresta la corsa dei depositi nei conti correnti: dal 2011 a Reggio sono più che raddoppiati. Ma

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REGGIO EMILIA. Venti miliardi di euro parcheggiati nei conti correnti. È la cifra monstre dei depositi bancari registrati lo scorso ottobre in provincia di Reggio Emilia - ultimo dato disponibile - secondo le rilevazioni di Bankitalia. Sulla base di questa statistica si può osare dicendo che i reggiani sono mai stati così ricchi. Una marea di contante scorre infatti nel substrato economico reggiano: risparmi più che raddoppiati dal 2011 a oggi, passati da 9,55 miliardi dell’ottobre di 11 anni fa al record di 20,13 miliardi dell’ottobre del 2021. Ma il vero balzo c’è stato tra il 2019 al 2020 per effetto del lockdown: +2 miliardi in un anno.

REGGIANI RICCHISSIMI - È come se ogni reggiano avesse in media 38mila euro in banca, bambini compresi. La distribuzione è sicuramente più variegata e le grandi ricchezze falsano la media. Certo è che l’economia corre ma i consumi arrancano. Il quadro congiunturale reggiano è nettamente migliorato nel 2021, secondo i dati della Banca d’Italia, e mostra una crescita robusta favorita dall’accelerazione della campagna di vaccinazione e dal graduale allentamento delle restrizioni che nel 2020, con lo scoppio della pandemia e dell’isolamento, avevano bloccato il mondo intero, facendo impennare anche a Reggio incertezza, ammortizzatori sociali ma anche le quote di risparmio.

Poi c’è stato il clamoroso rimbalzo nel 2021, con un aumento produttivo superiore alla media nazionale che ha interessato dapprima il settore industriale e successivamente anche quello dei servizi, con la meccanica reggiana a farla da padrone tra ordinativi, export e utili. A tornare a incamerare utili sono stati anche gli imprenditori del settore edilizio, trainato verso nuovi record - dopo la passata crisi - grazie a una pioggia di contributi statali sulle ristrutturazioni.

NODO CONSUMI - Non tutti però stanno festeggiando. Se le industrie prosperano, i negozi arrancano, con la speranza che dopo un Natale in sordina ci sia un ristoro grazie ai saldi partiti due giorni fa. Ma basta pensare al taglio di viaggi, vacanze o spese per vestiti e auto - spese una volta a forte impatto nei bilanci famigliari - per capire che il sistema dei consumi si è inceppato. Solo una parte della ricchezza ingigantita dal balzo nel 2021 del Pil a livello locale (+8% a Reggio contro la media europea del +5%) si è tramutata infatti in consumi al dettaglio. Le famiglie reggiane, infatti, stanno parcheggiando sempre più liquidità nei conti correnti delle banche, che in alcuni casi stanno cercando di arginare questa dinamica penalizzando i depositi sopra una certa soglia con penali per incentivare quantomeno all’investimento.

IMMOBILIARE - Anche la situazione economica delle imprese è sensibilmente migliorata. La liquidità del settore produttivo (circa 9 dei 20 miliardi depositati) è ulteriormente aumentata, alimentata prevalentemente dai flussi di autofinanziamento. I prestiti bancari hanno rallentato, in presenza di una domanda per scopi precauzionali in larga parte soddisfatta nel corso del 2020, rilevano gli esperti di Bankitalia. I finanziamenti alle famiglie reggiane hanno accelerato sia nella componente del credito al consumo sia in quella dei mutui per l’acquisto di abitazioni, segnando l’anno d’oro del settore immobiliare, con l’edilizia che sconta però ritardi per la scarsità di materiali. I reggiani sono storicamente dei “cassettisti” e la propensione al risparmio è rimasta alta, riflettendosi in un aumento dei depositi e dei titoli in portafoglio. Resta da comprendere quale sarà il destino di questa massa “liquida” rispetto anche alla prospettiva di di un paese, l’Italia, fortemente indebitato.

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