Gazzetta di Reggio

Reggio

il preside del canossa 

«Ci stiamo organizzando anche grazie all’aiuto dell’Ausl»

M.R.

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REGGIO EMILIA. Con più di cento studenti assenti su un totale di 1.470, il liceo Matilde di Canossa fa parte della schiera di scuole reggiane che in questi giorni sta facendo i conti – di nuovo – con la pandemia.

Tra positivi e contatti diretti, ogni classe ha dei banchi vuoti e dunque, di conseguenza, dei computer accesi. Tra tutte le classi dell’istituto, solo una è attualmente in quarantena perché vi sono stati registrati almeno tre casi di positività. «La situazione è molto complessa – dichiara il dirigente scolastico Daniele Cottafavi – perché oltre a gestire la didattica, con studenti in parte presenti in classe e in parte collegati da casa, dobbiamo anche tenere monitorati casi, contatti diretti e l’insorgenza dei nuovi».

Nella stragrande maggioranza dei casi, gli studenti sono stati contagiati o hanno avuto contatti stretti con positivi durante le festività, e dunque non hanno fatto ritorno in classe al termine delle vacanze natalizie, ma questo significa che ognuno di loro ha “scadenze” diverse per quanto riguarda i provvedimenti di quarantena e isolamento. Difficile immaginare un momento in cui la classe possa essere tutta presente e organizzare, di conseguenza, verifiche o attività laboratoriali.

«Stiamo però decollando da un punto di vista organizzativo – commenta il preside Cottafavi – e sono certo che presto andremo a regime. In caso di positività o contatto stretto con positivo, i genitori devono comunicare alla scuola che il proprio figlio non potrà frequentare le lezioni e fare richiesta di didattica digitale integrata (la Ddi), poi la scuola verifica con l’Ausl che queste condizioni effettivamente sussistano e si può partire con tutte le procedure. Senza un contatto strettissimo con l’Ausl, che è sempre disponibile e sempre pronta a rispondere alle nostre domande, non ce la faremmo. Certo non trascuriamo il buon senso, il nostro obiettivo è che gli studenti possano seguire le lezioni», e la speranza è che ciò avvenga il più possibile in presenza.

«In questi due anni ci eravamo già dotati di strumentazioni in grado di supportare la didattica a distanza – spiega il preside – ma ora stiamo affinando la macchina: ad esempio abbiamo acquistato tavolette grafiche, necessarie per le materie come matematica, in modo che anche gli studenti a casa possano vedere ciò che i docenti scrivono alla lavagna. È tutto molto faticoso, ma non molliamo: vogliamo che la scuola resti aperta».



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