La scuola è in ginocchio ma non si arrende
Classi decimate, docenti alle prese con Dad e Did «ma ogni giorno in presenza è un regalo per i ragazzi, teniamo duro»
Martina Riccò
REGGIO EMILIA. Classi decimate a causa del Covid, professori, presidi e personale in affanno per riuscire a gestire la didattica e anche il monitoraggio di casi e contatti diretti. «Ma ogni giorno di scuola in presenza è una conquista, vale la pena fare la fatica che stiamo facendo», afferma Rossella Crisafi, dirigente scolastica del liceo Ariosto-Spallanzani.
Dopo due anni di regolamenti sempre nuovi, riorganizzazioni in corsa, stravolgimento della didattica e aperture e chiusure a fisarmonica, non c’è pace per la scuola. La difficoltà, oggi, è riuscire a fare lezione (ma anche compiti e interrogazioni) normalmente, quando di normale questa situazione ha poco e niente.
Sono centinaia gli studenti che, il 7 gennaio, non si sono presentati in classe, bloccati da provvedimenti di quarantena o isolamento. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze che sono entrati in contatto con il Covid durante le feste, sviluppando o meno una positività, e che ora stanno seguendo le lezioni da casa. Non si tratta più di Dad (la didattica a distanza a cui si è ricorso in questi due anni, e che ora scatta per l’intera classe nel caso di due o tre positivi all’interno del gruppo, a seconda del tipo di scuola), ma di Ddi: didattica digitale integrata. Significa che in ogni classe ci sono studenti presenti fisicamente e altri collegati da casa con tutti i problemi di connessione, mi senti?, non ti sento, prof non ho capito. La situazione poi – come ormai si sa – è fluida, e le presenze/assenze di una mattina potrebbero cambiare, anche drasticamente, quella successiva. E così i professori si ritrovano a spiegare, o interrogare, guardando con un occhio all’aula e con l’altro alla webcam del pc.
«Questa situazione è molto complessa – commenta la preside dell’Ariosto-Spallanzani, Crisafi – i docenti sono bravissimi e la stanno affrontando con attenzione, scrupolo e professionalità. Stanno facendo il massimo per garantire a tutti gli studenti una didattica di qualità e all’altezza».
Anche il liceo Ariosto-Spallanzani, che nelle precedenti ondate aveva sempre registrato nelle classi pochissimi contagi, adesso sente la pressione di Omicron: «Finora abbiamo sempre avuto al massimo tre, quattro positivi per scuola – ricorda la preside – e anche per questo era stato molto doloroso per noi dover chiudere. Adesso ci ritroviamo con più di 70 positivi. In totale gli studenti a casa sono circa 140, considerando anche i contatti diretti in quarantena, cioè circa il 10% dei nostri iscritti, che sono 1.400. Al momento abbiamo una sola classe in quarantena su 56. Anche tra il personale le assenze, a vario titolo, si attestano intorno al 10%». Al liceo Ariosto-Spallanzani l’anno scolastico è diviso in due quadrimestri, il primo dei quali termina il 31 gennaio. Le settimane dopo il rientro dalle vacanze natalizie, dunque, sono da sempre dedicate a compiti in classe e verifiche. Una difficoltà in più, dato che in questa circostanza è difficile trattare egualmente chi è a casa e chi è a scuola. «Ci sono scuole che dividono l’anno in trimestre e pentamestre e hanno già chiuso la prima parte in dicembre – commenta la preside – mentre da noi questo sarebbe il periodo delle verifiche. Chiuderemo il quadrimestre come potremo, la scuola non è un compito in più o in meno ma è stare insieme in classe, costruire un dialogo. E per garantire tutto questo ha senso continuare a tenere duro».
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