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Reggio spegne le luci ai suoi monumenti. Il sindaco: «Preoccupati dal caro bollette»

Reggio spegne le luci ai suoi monumenti. Il sindaco: «Preoccupati dal caro bollette»

Luca Vecchi, primo cittadino e presidente dell’Anci regionale, rilancia l’iniziativa di alcuni Comuni: «Le nostre città hanno bisogno di aiuto»

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REGGIO EMILIA. Spegnere simbolicamente le luci che illuminano i principali monumenti cittadini per manifestare la preoccupazione degli enti pubblici provocata dal caro bollette, che si sta abbattendo pesantemente sulle casse comunali di tutta Italia.

Questa l’iniziativa sottoscritta dal sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, in qualità di presidente dell’Anci Emilia-Romagna. «I sindaci italiani – spiega infatti vecchi – hanno testimoniato con grande forza la crescente criticità derivante dall’impatto della crisi energetica sui costi di gestione delle famiglie, delle imprese, delle grandi strutture pubbliche, e naturalmente anche sugli equilibri di bilancio dei comuni italiani. Viviamo il paradosso di entrare da un lato nell’epoca del Pnrr, di incrociare straordinarie opportunità di investimento e sviluppo per il futuro delle nostre città e contemporaneamente, dall’altra parte, una ricaduta drammatica che i costi della pandemia e la crisi energetica generano sulla gestione dei Comuni e delle città italiane».

Il rischio concreto, prosegue il sindaco e presidente Anci, è quello di «chiudere servizi e aumentare la pressione fiscale per trovare i necessari equilibri di bilancio. Questo accadrà certamente in tantissimi Comuni. Per queste ragioni assumo come Anci Emilia-Romagna la proposta del sindaco di Cento, Edoardo Accorsi, e del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, di spegnere simbolicamente giovedì 10 febbraio alle 20, per mezz’ora, uno o più monumenti della città. Spegnere una città non è una cosa bella. Lo spazio pubblico nutre le relazioni tra le persone e la sicurezza percepita anche nella misura in cui viene vissuto nella sua bellezza e nella sua luminosità».

Per questo, conclude Vecchi, «siamo preoccupati. Perché le nostre città hanno bisogno di essere aiutate. Hanno bisogno di luce e di speranza. Hanno bisogno di quella sostenibilità che oggi mette a forte rischio il sistema delle politiche pubbliche». Gli aumenti in bolletta per il Comune di Reggio Emilia sono già stati importanti: per la sola illuminazione pubblica l’amministrazione ha pagato 500mila euro in più tra l’anno scorso e quest’anno e 850mila in più tra il 2020 e il 2022. Secondo una proiezione per i soli lampioni cittadini (circa 40mila) si passerà da 2,7 milioni di euro dell’anno scorso ad almeno 3,5 milioni del 2022. Oltre un milione di euro in più, considerando tutte le utenze.

«Il costo dell’energia – ha non a caso dichiarato qualche giorno fa alla Gazzetta l’assessore Daniele Marchi, con la delega a Bilancio e sviluppo economico – sarà uno degli elementi più critici nella quadratura del bilancio 2022, ovviamente non solo per Reggio e a maggior ragione per i piccoli Comuni. Con l’aggravante che la nostra città ha un bilancio di per sé molto rigido, con spese obbligate mal conciliabili con una voce di squilibrio come questa. Sul caro bollette l’Anci ha chiesto ristori al Governo, che deve intervenire per calmierare i costi del pubblico e del privato. Se i ristori non arriveranno sarà molto complicato arrivare all’equilibrio di bilancio».

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