Ventasso, con REinVenta il Crinale investe su chi ha deciso di rimanerci a vivere
Il progetto punta su diverse azioni e coinvolge i residenti tra Foresta Terapia, Museo diffuso e local coach
VENTASSO. Compie passi avanti l’interessante progetto “REinVenta”, laboratorio di comunità d’Appennino che cerca di rivitalizzare diverse comunità del Crinale. Un progetto che, tra le proprie azioni, comprende anche l’attivazione di un percorso che si presenti come un “Museo diffuso”, che comprende borgate suggestive e storiche come Succiso, Cecciola, Miscoso, Pieve San Vincenzo, e da pochi giorni anche Vallisnera.
Si tratta di un itinerario percorribile anche a piedi, magari a tappe in più giorni, visto che la percorrenza complessiva è di circa 13 ore. Il progetto “REinVenta” punta a mettere al centro le comunità periferiche dell’Appennino reggiano, aspiranti protagoniste di un territorio fragile ma resiliente. È partito nel 2020, finanziato dalla Fondazione Manodori nell’ambito del bando WelCom 2020 per supportare lo studio di progettazioni innovative nel campo del welfare, dei servizi alla persona e dello sviluppo del territorio. In particolare, valorizza due realtà di Crinale nel Comune di Ventasso, quelle di Ligonchio e di Cecciola (e le loro valli), portatrici di identità e talenti propri. Rilancia il capitale sociale di questi luoghi promuovendo il patrimonio culturale comunitario.
« I nostri destinatari sono i giovani tra i 18 e i 40 anni – spiegano i referenti del progetto – rimasti in Appennino o che hanno mantenuto un legame forte con i borghi, con un focus particolare anche sulle persone con disabilità. Lavoriamo su 4 azioni di progetto: la Foresta Terapia si occupa di fare vivere alle persone vere e proprie immersioni in foresta per trarne i vantaggi che questa può offrire a livello di benessere del corpo e della psiche. L’obiettivo è quello di formare giovani operatori locali in Foresta Terapia, individuando un percorso riconosciuto dove proporre questa pratica rigenerante sfruttando le potenzialità dell’ambiente circostante. Sarà necessario il coinvolgimento attivo di volontari locali nella predisposizione del percorso. La Natural Art è una forma d’arte che vanta un rapporto armonico con l’ambiente. Gli artisti coinvolti in questa parte del progetto non saranno soltanto operatori visivi, ma si caleranno nel contesto comunitario attraverso visite, incontri pubblici, racconti, spunti di riflessione e scoperta del territorio. Sarà proprio la comunità a guidare gli artisti in questo processo di conoscenza». «Le opere che ne scaturiranno saranno a loro volta strettamente interconnesse con il contesto di origine. Per il borgo di Cecciola – proseguono – abbiamo pensato al “Museo diffuso”: a differenza di quello tradizionale, crea i suoi percorsi di visita all’interno di un’area geografica. Luoghi, avvenimenti, antichi mestieri e personaggi storici vengono uniti attraverso itinerari tematici. Anche la popolazione ha il suo ruolo da protagonista nel valorizzare i posti in cui è nata e cresciuta. Un museo di tutti e per tutti. L’obiettivo sarà quindi attivare non solo il borgo di Cecciola, ma tutta la Valle dei Cavalieri, in collaborazione con le cooperative di comunità e le realtà già presenti».
«Nell’ottica di una co-progettazione inclusiva dei percorsi artistici, sportivi e naturalistici che verranno sviluppati nell’ambito del progetto, si avanza la proposta di pianificare un percorso di Vacanza d’autonomia per persone con disabilità, finalizzato a potenziare le autonomie dei partecipanti mediante la costruzione di relazioni con altre comunità del territorio. Tale esperienza – spiegano – sarà l’occasione per pianificare assieme alle persone con disabilità attività, collaborazioni e percorsi che siano inclusivi e favorire altresì la diffusione di un turismo realmente aperto a tutti. La figura chiave che vogliamo promuovere è quella del local coach, esploratore e rilevatore di nuovi bisogni ed aspirazioni, costruttore di nuove relazioni, attivatori di processi e di progetti. Non è richiesto tanto di progettare ed eseguire, quanto di attivare la comunità e lavorare su progetti con potenziale “generativo”, a partire dalle risorse sociali dei territori. Il progetto è caratterizzato dall’attivazione delle persone che abitano il territorio, che divengono co-artisti, co-progettisti, co-creatori, oppure semplicemente volontari per la cura del territorio».
Oltre alla Fondazione Manodori partecipano al progetto L’Ovile, Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano, Legambiente Ligonchio APS, Associazione di comunità Cecciola Insieme APS, Associazione AltriPassi, CSI, Fondazione Durante e Dopo di Noi, Amici dell’Atelier Ass, Comune di Ventasso, Consiglio Nazionale Ricerche CNR, CAI Sezione Bismantova, Legambiente Emilia Romagna, Corte di Rigoso cooperativa di comunità, Valle dei cavalieri Cooperativa sociale, Confcooperative.
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