Niente bollino nero per il Lambrusco e per la Spergola
Accolti gli emendamenti che chiedevano di eliminare dal report Cancer Plan i riferimenti al cancro in etichetta
REGGIO EMILIA. Niente bollino nero. Il Parlamento Europeo salva Lambrusco e Spergola, con i loro anni di storia e tradizione con le radici che affondano nei terreni reggiani da millenni. E le associazioni di categoria non possono che esultare. È questo l’esito dell’accoglimento di quattro emendamenti De Castro/Dorfmann che chiedevano di eliminare dal documento sul Cancer Plan i riferimenti al cancro in etichetta. Gli emendamenti riguardano l’introduzione del concetto di «consumo dannoso» (harmful consumption) in due passaggi importanti del report, nonché l’eliminazione degli health warnings che saranno sostituiti con il concetto di «moderate and responsible drinking information».
Esulta il direttore della Coldiretti Albertino Zinanni nel ringraziare, per il lavoro di squadra, i parlamentari italiani per la difesa di un settore importante per l’agricoltura di Reggio, grazie ai quali è stato, infatti il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta, l’aumento della tassazione e l’esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea, nell’ambito del “Cancer plan”, proposto dalla Commissione Europea.
Un cambio di rotta che va nella direzione di quanto richiesto da Coldiretti, insieme al consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, nella lettera scritta al commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni, al commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, agli europarlamentari italiani e ai leader dei principali partiti politici.
«La viticoltura è un settore altamente strategico per l’economia agricola della nostra provincia – prosegue il direttore della Coldiretti di Reggio Emilia, Albertino Zinanni – Il nostro vino è sempre destinato ad un consumo attento e di qualità, ma anche alla storia e alla produzione e innesca, così, un valore indotto a tutto il territorio».
Sono 8.800 gli ettari della nostra provincia coltivati a vigneto da indicativamente 2.400 aziende agricole. Il 91% della viticoltura reggiana è a denominazione, con il Doc Reggiano e il Doc Colli di Scandiano e Canossa (44%), e l’Igt Emilia (47%).
Nel 2021 sono stati raccolti 1,5 milioni di quintali d’uva che, grazie al lavoro di una trentina di cantine sociali e private, sono stati trasformati in un milione circa di ettolitri di vino, come il rosso di Ancellotta, i lambruschi e i bianchi tra cui la Spergola.
«Il giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi – rimarca Zinanni – in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate».
«Siamo sollevati e soddisfatti dell’esito della votazione – commenta Claudio Biondi, presidente Consorzio Tutela Lambrusco – Non nascondiamo però il nostro sconcerto per le premesse che hanno portato sino a questo punto».
Per Davide Frascari, presidente Consorzio Tutela Vini Emilia, «il vino rappresenta un elemento identitario e icona del Made in Italy in tutto il mondo, oltre ad essere, qui in Emilia come in tutt’Italia, un’importante fonte di reddito per un’intera filieraLe modifiche approvate alla relazione sanciscono che non è il consumo in sé ad essere un fattore di rischio, quanto l’abuso. Si tratta di una differenza essenziale».
«Gli emendamenti apportati dal Parlamento europeo rendono più equilibrato un documento, quello sul Cancer plan, che il mondo del vino ritiene fondamentale per arginare la malattia del secolo. Ringraziamo i deputati italiani per l’attenzione prestata, per la capacità di ascolto e di sintesi, nonché per il lavoro di squadra a prescindere dagli schieramenti, dimostrati anche con emendamenti “chirurgici” che di fatto rendono parziale giustizia al buon senso, al mondo del vino e ai suoi consumatori moderati». È il commento del segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti.
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