Gazzetta di Reggio

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Due reggiani in Svizzera per poter morire: «Siamo pronti alla disobbedienza civile»

Roberto Fontanili
Due reggiani in Svizzera per poter morire: «Siamo pronti alla disobbedienza civile»

Coveri, presidente dell’associazione Exit Italia: «Riceviamo ogni settimana centinaia di chiamate. Nonostante la bocciatura della Corte Costituzionale non ci arrendiamo»

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REGGIO EMILIA. La decisione della Consulta di cancellare il referendum sull’eutanasia legale sostenuto da oltre 1,2 milioni di firme, non risolve il nodo su cui da oltre 15 anni si arrovella e si blocca la politica, con continui rinvii e con proposte di legge ferme nei cassetti. Solo nel 2021 sono stati 40 i cittadini italiani che sono andati in Svizzera scegliendo la morte volontaria medicalmente assistita per dire basta alle proprie sofferenze. Di questi erano due i cittadini reggiani, colpiti da un tumore al pancreas e da Sla, che hanno scelto di porre fine in maniera libera e dignitosa, alla propria vita. Una scelta dignitosa al pari di chi ha invece deciso di convivere fino alla fine con queste due patologie, per le quali non sono, ad oggi, disponibili cure risolutive. A fornire uno spaccato della realtà su quanti siano in Italia coloro che scelgono di ricorrere all’eutanasia legale al di fuori dei nostri confini, è Emilio Coveri, il presidente di Exit Italia di Torino. L’associazione aconfessionale, apolitica, non lucrativa ha come scopo la promozione dell’eutanasia e da anni si batte per l’introduzione anche in Italia di questo diritto.

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«Ogni settimana – spiega Coveri – riceviamo quasi un centinaio di telefonate di persone che vogliono informazioni e sapere come poter porre fine alle loro sofferenze. Solo nei primi due mesi di quest’anno sono stati quattro i cittadini italiani che si sono già recati in Svizzera, dove l’eutanasia legale è consentita, per il loro ultimo viaggio». Per il presidente di Exit Italia la decisione della Consulta è stata l’ennesima doccia fredda a fronte della quale, al pari dell’associazione Luca Coscioni, non ha intenzione di restare inerte.

«Stiamo pensando – aggiunge – a forme di disobbedienza civile e al boicottaggio dell’8 per mille destinato alla Chiesa cattolica». Per Exit Italia la sentenza della Consulta – che li ha ancora una volta delusi e amareggiati, ma non scoraggiati – «è stata a dir poco inusuale perché non ha posto un problema tecnico sulle firme raccolte, ma ha invece adottato il solito schema bigotto e medioevale, senza tenere conto che il cittadino italiano possa avere il diritto di libera scelta sul fine vita. Noi diciamo invece che eutanasia è decidere per sé stessi e non è logico e giusto che una persona sia obbligata a soffrire oltre misura. Mi auguro che questa magistratura, compreso il Consiglio superiore venga rivoltata e rifatta, perché anche in questo caso ha attuato il sistema Enzo Tortora e quello dei Palamara».

Il risultato prosegue Emilio Coveri «è che i nostri concittadini dovranno continuare ad andare in Svizzera a suon di 10mila euro per volta per poter scegliere liberamente. Senza tenere conto che non sempre e non tutti sono nelle condizioni di poter spendere tali cifre. Noi purtroppo come associazione posiamo fare ben poco se non fornire informazioni, la politica non può dire altrettanto. Per questo stiamo studiando assieme agli amici Radicali e all’associazione Coscioni forme di disobbedienza civile che incidano nell’animo delle persone».

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