REGGIO EMILIA. Si è vista additata e colpevolizzata sul web e ha voluto precisare che lei, sebbene risulti ancora nella visura camerale del centro estetico come responsabile tecnica estetista, non c’entra nulla con il Just Beauty: ha lasciato il lavoro nel dicembre 2021 e anzi ha aperto un contenzioso con i titolari. È quanto ha dichiarato alla Guardia di Finanza, dove ha presentato un esposto.[[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.41256811:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://gazzettadireggio-prd.saegroup.abinsula.com/reggio/cronaca/2022/02/25/news/estetica-chiusa-l-ex-dipendente-ho-avuto-paura-e-ho-lasciato-1.41256811]] Secondo una fonte riservata al nugolo di clienti che accusano il centro si aggiunge ora l’ex responsabile. La vicenda è quella ormai nota del Just Beauty e della ditta gemella di marketing Just in Time, situate entrambe al primo piano di Largo Canaletto 5 a Pieve. Il centro benessere, attivo dal 2021, offriva servizi di epilazione definitiva, massaggi e macchinari tramite pacchetti promozionali (veri e propri contratti) dal costo medio di 500 euro, da versare in anticipo. Dopo l’annuncio della chiusura per Covid e un altro annuncio (disatteso) di una prossima riapertura, la Srl è sparita nel nulla: i locali sono stati svuotati dalla ditta che aveva fornito i macchinari e i titolari sembrano irreperibili. Ben 97 reggiane, tra ex dipendenti ed ex clienti, si sono riunite formando una pagina Facebook (“Mancata riapertura del Just Beauty”) perché temono di essere state truffate. Parte di loro si è rivolta a Federconsumatori nella speranza di un rimborso. Un’altra parte – una trentina di ex clienti – ieri pomeriggio ha protestato davanti all’estetica. Nell’ultima settimana sulla pagina Facebook del Just Beauty qualcuno ha postato una visura camerale della società. La visura riportava il nome di una 33enne catanese con la qualifica di “responsabile tecnica estetica” (qualifica prevista dalla legge) e un uomo barese di 49 anni quale amministratore. La 33enne, vedendo il suo nominativo di pubblico dominio sui social, ha subito protestato. E giovedì scorso, per tutelarsi a eventuali implicazioni penali, la giovane si è presentata al Nucleo Pef (polizia economico finanziaria) delle Fiamme Gialle per chiarire la sua posizione. La 33enne ha spiegato di aver chiesto più volte di essere tolta dalla visura, invano. Ha dichiarato di non lavorare più nel centro dal dicembre scorso e ha declinato qualsiasi coinvolgimento in ciò che è accaduto dopo tale data. La 33enne ha raccontato di essersi rivolta ai sindacati per recuperare le somme a lei non pagate dai titolari, che erano due. Lei si limitava a gestire le ragazze e l’attività quotidiana. L’esposto passerà alla Procura e dovrà essere unificato ad altri eventuali esposti. © RIPRODUZIONE RISERVATA &nbsp;

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La 33enne va dalla Guardia di Finanza: avrebbe lasciato a dicembre senza essere stata pagata. «I titolari sono altri due»