«Benvenuto tra noi vescovo Giacomo Lei è la roccia della nostra chiesa»
L’accoglienza ieri in duomo Guastalla di sua eccellenza Morandi per la presa di possesso ufficiale della concattedrale
GUASTALLA. «Eccellenza, benvenuto tra noi. È gioia grande quella che oggi è nei nostri cuori. Oggi il popolo di Guastalla la accoglie come suo pastore in questo duomo dedicato all’apostolo Pietro. Pur non trattandosi di un insediamento canonico quello che lei compie oggi in questa concattedrale, è un segno che vogliamo leggere alla luce dell’apostolo cui essa è dedicata. Lei infatti, come vescovo di questa chiesa, è la roccia».
Con queste parole don Nildo Rossi, ieri pomeriggio, ha accolto il vescovo Giacomo Morandi che, dopo il suo insediamento ufficiale nella diocesi di Reggio Emilia e Guastalla del 13 marzo scorso, ieri ha preso ufficialmente possesso anche della concattedrale di Guastalla.
Il suo ingresso è stato accompagnato da un tappeto rosso, preceduto da un breve discorso della sindaca Camilla Verona, che ha voluto presentargli le eccellenze della città, a partire dal duomo – riaperto nel 2015 dopo i lavori di restauro per riparare i danni causati dal terremoto del 2012 – fino al valore dell’associazionismo, all’importanza del presidio ospedaliero, secondo di tutta la provincia, oltre ad avergli rivolto un appello per sostenere i giovani duramente colpiti dalla pandemia. «La nostra amministrazione sta lavorando intensamente in collaborazione con le associazioni e i volontari del mondo cattolico e dell’oratorio – ha detto Verona – Abbiamo l’oratorio don Bosco che da anni accoglie i bambini, i ragazzini stranieri, che vengono aiutati nello svolgimento dei compiti. I giovani ci stanno molto a cuore e stanno diventando anche molto pochi. Abbiamo bisogno che diventino adulti responsabili».
Il vescovo ha risposto: «Dobbiamo essere pronti di fronte a queste nuove forme di fragilità, soprattutto verso le persone che sono vittime delle conseguenze del conflitto in atto in Ucraina. La diocesi di Reggio Emilia e Guastalla non mancherà di offrire il proprio contributo».
Sua eccellenza è stato poi accolto in duomo dal parroco don Nildo Rossi e da don Francesco Marmiroli, che ha esibito l’immagine del Crocifisso per il gesto di venerazione. Dopo avere ricevuto l’aspersorio, il vescovo Morandi ha percorso la navata centrale benedicendo i presenti, per poi recarsi al Santissimo Sacramento per una breve adorazione. L’occasione speciale di questa prima visita al duomo di Guastalla è stata sottolineata dalla preghiera per i vescovi guastallesi defunti. Il vescovo, giunto alla cappella del Santissimo Sacramento, si è rivolto verso le tombe dei vescovi defunti guastallesi, in particolare su quella di monsignor Angelo Zambarbieri e nel punto in cui si trova il memoriale con i nomi di tutti i pastori.
Dopo la lettura dal Libro dell’Esodo e dalla Prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi, è stato letto da un sacerdote il passo del Vangelo secondo Luca. L’omelia del vescovo Morandi si è basata principalmente sulla liturgia della parola, della terza domenica di Quaresima. Il tono della sua voce, chiaro e deciso; i suoi gesti, le sue pause, hanno attirato l’attenzione dei fedeli. «A volte trattiamo Dio come un oggetto. La nostra preghiera quante volte non tiene conto che siamo di fronte ad una persona, la Trinità, e lo vediamo anche dal modo col quale ci accostiamo anche corporalmente alla preghiera. Riveliamo che non crediamo tanto alla presenza di Dio, che conosce i nostri i nomi».
Al termine della messa, il vescovo Morandi ha ricevuto diversi doni: una croce e il libro sul duomo di Guastalla. Prima di uscire dalla concattedrale, ha stretto le mani di alcuni fedeli. Uscito sul sagrato, ha ascoltato il concerto delle campane eseguito dall’Associazione Campanari di Reggio Emilia.
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