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Spese pazze, per Marco Barbieri arriva l’assoluzione definitiva

Spese pazze, per Marco Barbieri arriva l’assoluzione definitiva

L’ex consigliere regionale: «Ora respiriamo aria nuova»

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Reggio Emilia «Finalmente è finita. Dopo dieci anni, è arrivata l’assoluzione definitiva. Il tempo è galantuomo, si dice. Forse è vero: a volte, però, ne serve davvero troppo». E ancora: «Oggi chiudiamo questa pagina e respiriamo aria nuova». Così l’ex consigliere regionale reggiano, Marco Barbieri, esulta su Facebook per l’assoluzione definitiva da quella che era stato ribattezzata “l’inchiesta spese pazze in Regione”, nella quale era rimasto coinvolto. «Dieci anni fa in tante regioni italiane partivano le inchieste sulle spese dei gruppi e dei consiglieri regionali: anche in Emilia-Romagna – ricorda Barbieri – Allora ero consigliere regionale e le indagini “colpirono” anche me, nonostante credo avessi dimostrato di non essere certamente attaccato ai soldi. Ricordo che fu proprio una sentenza a farmi entrare in consiglio con un anno di ritardo e, pur avendo titolo per chiedere i danni a fronte dell’errore commesso, mi guardai bene dal farlo magari a danno della Regione stessa. Diciamo che questa generosità non è stata ripagata al pari dal destino».

Barbieri era già stato assolto in abbreviato in primo grado. E ringrazia i suoi avvocati (Alessandro Gamberini e Salvatore Tesoriero) per l’esito del procedimento. «Magari fu proprio questo anticipo a portare la Procura a proseguire in appello nei nostri confronti. Ora la conferma. Assoluzione».

Per l’ex consigliere regionale è il momento di voltare pagina, dopo anni che non nasconde siano stati duri e dopo la decisione «di non ricandidarmi, di non assumere incarichi pubblici di partito, nonostante mi siano state fatte anche offerte interessanti. Ho fatto la scelta, che reputo coerente e giusta, di reinventarmi anche professionalmente». E ancora: «È inutile spiegarvi, tuttavia, la mia amarezza e il peso che portavo. Per fortuna ci sono stati tantissimi amici che mi sono sempre stati vicino ed aiutato a portare quel peso. Sono felice, oggi, anche per loro: sanno di aver ben riposto la loro fiducia nella mia onestà». E infine: «Non auguro al mio peggior nemico una traversata del deserto per dieci anni». E «non è vero che “i politici sono tutti uguali”».
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