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Giallo di Novellara, l’abbandono scolastico di Saman continua ad alimentare il dibattito

Giallo di Novellara, l’abbandono scolastico di Saman continua ad alimentare il dibattito

Bergamini, delegato al welfare per l’Unione della Bassa: «Abbiamo intercettato tutti i casi segnalati. Non abbiamo mai lasciato indietro nessuno»

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Novellara Il 10 febbraio 2023 inizierà il processo per la scomparsa di Saman Abbas, la ragazza di 18 anni scomparsa da Novellara tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, che secondo l’accusa è stata uccisa perché si opponeva a un matrimonio combinato con un connazionale in patria. Rinviati a giudizio i genitori, lo zio e i due cugini di Saman, ed è probabile che questi ultimi tre (mamma e papà sono latitanti) resteranno in carcere fino al 10 febbraio prossimo, quando inizierà il processo davanti alla Corte d’Assise.

Ma esiste anche un altro snodo controverso relativo al caso della ragazza pakistana scomparsa nel nulla: il suo abbandono scolastico dopo la licenza media, nel 2017, nonostante l’obbligo che le avrebbe imposto altri due anni di frequenza alle superiori. Un abbandono cui non fece seguito l’attivazione dei servizi sociali minorili per “negligenza genitoriale” a carico dei genitori. Una vita, quella di Saman, fatta non solo di scuola negata, ma anche di ripetute violenze da parte del padre, e di rigida segregazione tra le mura domestiche.

L’abbandono scolastico
Nonostante l’abbandono scolastico, non scattò il meccanismo delle “allerte preventive” che forse avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi. Parlando del suo passato, solamente poco prima di scomparire, ad aprile 2021, Saman rivelò ai carabinieri di Novellara di essere stata picchiata dal padre «spesso ubriaco di vino, perché io volevo andare a scuola, ma lui non voleva».

Arrivata in Italia nel 2016, all’età di 13 anni, frequentò la terza media con profitto, imparando la lingua in poco tempo e ottenendo risultati lusinghieri. L’abbandono scolastico di Saman fu quindi imposto dalla famiglia, nonostante la ragazza, studentessa brillante, avesse espresso il desiderio di continuare gli studi, peraltro obbligatori. Fu quindi iscritta dalla famiglia all’istituto professionale “Carrara”, che tuttavia non frequentò mai.
Ivan Bartoli, titolare dell’azienda agricola di Novellara dove lavorava e viveva la famiglia di Saman, pur essendo estraneo alla vicenda, il 30 aprile scorso ha dichiarato alla Gazzetta di essere stato al corrente della mancata frequenza scolastica della minorenne, e di avere fatto pressioni sul padre Shabbar Abbas affinché la mandasse a scuola. «Erano venuti i vigili, ma poi non c’è stato niente da fare. Quello forse era stato un bel campanello d’allarme. Avrebbe dovuto far riflettere chi la seguiva. Forse, era rimasta un po’ sola».

La mail del direttore
Ad oggi esistono due ricostruzioni sull’abbandono scolastico da parte di Saman Abbas. In una nota stampa risalente al luglio dello scorso anno, qualche settimana dopo la scomparsa di Saman, il direttore scolastico provinciale Paolo Bernardi chiarì che «l’allora direttore scolastico del “Carrara” segnalò via mail pec alle autorità competenti (sindaco di Novellara, polizia municipale e servizi sociali Millefiori) l’evasione dall’obbligo scolastico già nel mese di novembre 2017».

I servizi minorili
Poi, come rivelato dalla Gazzetta l’estate scorsa, emerse anche che i servizi ai minori, gestiti per gli otto Comuni consorziati dall’Unione Bassa reggiana attraverso l’Azienda Servizi Bassa reggiana, non sono mai stati informati dell’abbandono scolastico della ragazza pakistana. Ad una interpellanza inoltrata dal gruppo “Alternativa per l’Unione”, la risposta ufficiale pervenuta dall’Unione, firmata dalla presidente Camilla Verona, fu: «Al Servizio sociale Area genitorialità e tutela minori non è mai pervenuta alcuna segnalazione rispetto alla mancata frequenza scolastica di Saman Abbas».

Una presa di posizione che ha trovato conferma durante una commissione consiliare tenutasi il 12 gennaio scorso, in cui si è parlato anche del caso della 18enne scomparsa. «Relativamente ai Servizi minorili, abbiamo intercettato tutti i casi che ci sono stati segnalati; non abbiamo mai lasciato indietro nessuno», ha dichiarato il sindaco di Gualtieri, Renzo Bergamini, che nella giunta dell’Unione ha la delega al welfare.

Comune e servizi sociali
Come andarono esattamente le cose? Ripercorrere il funzionamento del protocollo dei servizi minorili può aiutare a fare luce su questo aspetto della vicenda di Saman Abbas. La legislazione italiana assegna ai Comuni la competenza esclusiva nella gestione dei casi di abbandono scolastico presenti sui propri territori. Il primo passo, come effettivamente avvenuto nel caso di Saman, è la segnalazione, da parte delle autorità scolastiche, dell’abbandono scolastico agli enti comunali. Sarebbe poi dovuto seguire un controllo della polizia dell’Unione Bassa reggiana presso la residenza degli Abbas annessa all’azienda agricola novellarese. Controllo che, stando alle parole dei Bartoli, sarebbe avvenuto. Certificata la loro presenza in loco, successivamente si sarebbero dovuti attivare i servizi sociali comunali gestiti da Millefiori che, dopo una prima presa di contatto con il caso, avrebbero dovuto inoltrare una segnalazione ai servizi minorili dell’Unione alla Asbr, incaricati di effettuare l’intervento vero e proprio. Dove e perché la procedura si è interrotta? Ad oggi non esistono ricostruzioni che possano fare luce su questo interrogativo.

Interpellato sul tema, nei giorni scorsi Alessandro Baracchi, vicesindaco di Novellara, all’epoca assessore ai servizi sociali, ha spiegato: «Chi di dovere ha chiarito tutto il necessario alle autorità competenti», precisando che del tema oggi se ne sta occupando direttamente il sindaco Elena Carletti.

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