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«Le ex Fiere di Reggio Emilia saranno qualificate e avranno un mix di funzioni»

«Le ex Fiere di Reggio Emilia saranno qualificate e avranno un mix di funzioni»

Il vicesindaco illustra gli assi portanti del nuovo Pug

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Reggio Emilia Il vicesindaco Alex Pratissoli approfondisce con la Gazzetta di Reggio il Piano urbanistico generale (Pug), recentemente adottato dal Consiglio comunale. 
 
Vicesindaco Pratissoli, quali sono gli assi portanti del Pug? 
«Possiamo individuarne tre. Il primo è la neutralità climatica come condizione necessaria per una maggiore sostenibilità e competitività del nostro modello di sviluppo. Occorre, cioè, tenere insieme l’alta capacità produttiva del territorio, un contesto climatico sfavorevole comune a tutta la pianura padana, ed una sfida, tanto ambiziosa, quanto urgente, come quella della transizione ecologica ed energetica. La seconda missione è potenziare e qualificare i beni comuni che concorrono ad innalzare il livello di qualità della vita: la salute pubblica, gli spazi comuni, le reti, il diritto alla casa, ma anche i tanti servizi territoriali da quelli culturali, ai trasporti, allo sport fino alla gestione dei rifiuti. Infine, la terza è aumentare l’attrattività della città per favorire investimenti ad alto valore aggiunto, occupabilità e innovazione. La strategia del Piano individua, dunque, scelte che ripensano il nostro modello di sviluppo e immaginano la città fra 10 o 15 anni».
 
Il tema del consumo di suolo è da anni al centro del dibattito politico: come si muoverà la città su questo fronte, in futuro? 
«Dentro alla prioritaria sfida della neutralità climatica, un ruolo fondamentale lo riveste la rigenerazione urbana intesa come unica opportunità per far crescere e rinnovare la città scindendo definitivamente il binomio sviluppo e consumo – consumo di suolo, ma anche di energia, acqua, pesticidi e fertilizzanti che ha caratterizzato il periodo del boom edilizio e demografico. Le città del futuro devono essere pensate senza più espansione, pertanto, la riduzione del consumo di suolo, rappresenta una scelta necessaria che impatta sulle aspettative di valorizzazione immobiliare di terreni agricoli alimentate nei decenni precedenti, come dimostrano le tante osservazioni pervenute relative alla richiesta di nuovi insediamenti in zona agricolo. Il Pug prevede, dunque, la cancellazione di tutte le previsioni di espansione fuori dal territorio urbanizzato ereditate negli ultimi 30 anni, che corrispondono ad una riduzione di 5 milioni e mezzo di metri quadrati di aree urbanizzabili pari a 3.800 alloggi che si vanno ad aggiungere a quelli già cancellati negli anni precedenti, pari a 2,4 milioni di metri quadrati ed ulteriori 3.400 alloggi».
 
L’area nord negli ultimi mesi ha avuto un'accelerazione con l'Rcf Arena, il Parco Industriale di Mancasale e il Parco dell’Innovazione. Rimane inevaso il nodo delle Fiere. Il complesso è stato rilevato dall'imprenditore correggese Giorgio Bosi. Esistono già idee in seno all’amministrazione su quali funzioni potranno atterrare in quel polo?
«Per il comparto delle ex Fiere, come per altri ambiti di rigenerazione della città, il Pug prevede la progressiva riqualificazione attraverso l’insediamento di un mix di funzioni che siano in grado di valorizzarne la posizione strategica, vicina al casello autostradale e alla Stazione Av Mediopadana. Sarà possibile insediare usi collegati alla produzione, ai servizi alle persone e alle imprese, al sistema direzionale, a strutture ricettive e congressuali, ma anche ad attività espositive e fieristiche. Soprattutto, l’intervento, dovrà porre particolare attenzione alla qualità architettonica visto il delicato contesto in cui si inserisce, caratterizzato dai progetti di Calatrava».
Si sente parlare spesso di neutralità climatica e transizione ecologica. Non è un mistero per nessuno che

Reggio sia una delle città con la qualità dell'aria peggiore. In questo Pug ci sono misure concrete a favore dell’ambiente? 
«Il Pug individua le azioni e le dotazioni ambientali per contribuire a ridurre del 55% le emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 attraverso, ad esempio, la creazione di corridoi ecologici continui nel territorio urbanizzato, la valorizzazione delle vie d’acqua della città a partire dal tratto urbano del Crostolo, la piantumazione di 100.000 alberi, la realizzazione del Parco del Campovolo e del km bianco, ovvero una fascia boscata a cintura dell’autostrada a compensazione delle emissioni provocate dal passaggio degli autoveicoli».
 
Un motto recita: i reggiani vivono a sud della città e lavorano a nord. C'è del vero in questo e da ciò esitano gran parte dei problemi del traffico negli orari di punta. Esistono progetti a breve e media scadenza in grado di portare sollievo al congestionamento da auto delle nostre strade?
«Per quanto attiene la mobilità, il progetto faro del Piano, corrisponde alla realizzazione della tramvia Rivalta-Mancasale come connessione veloce e sostenibile casa-servizi-lavoro: l’unica in grado di cambiare realmente gli stili di vita delle persone in chiave sostenibile. Più in generale, la strategia è quella di riconquistare le brevi distanze come elemento chiave della rigenerazione urbana, per avere ciò che serve alla vita quotidiana ad una distanza sostenibile. Oggi, il 62% della popolazione abita la città dei 15 minuti: l’obiettivo del Piano è incrementare questo valore ad almeno il 75% entro il 2030 attraverso la realizzazione di 30 km di nuove superciclabili e l’incentivazione, dal punto di vista edilizio ed economico, del commercio di vicinato. Tra gli obiettivi del Piano vi è anche il completamento del sistema infrastrutturale a partire dalla chiusura dell’anello delle tangenziali, il completamento della Via Emilia bis verso il casello di Campegine e la nuova Via Emilia-tangenziale a Masone e Bagno.
 
Un tema di cui il dibattito pubblico non discute quasi mai, ma che le sta a cuore particolarmente: l'agricoltura periurbana e il suo sviluppo. Cosa ci può dire in proposito? 
«In questi anni abbiamo assistito al consolidamento di una forte economia agricola, composta da oltre mille aziende ed allevamenti di cui, quasi la metà, di dimensione inferiore ai 5 ettari concentrate nel periurbano. Molte di queste imprese non solo producono, ma trasformano e vendono beni e servizi in un processo di progressiva multifunzionalità dell’azienda che ricomprende attività ricettive, didattiche e commerciali. Il Piano intende continuare a sostenere questo trend. L’ulteriore sfida del Pug è declinare, su scala locale, la strategia europea del Farm to Fork che mira a rendere i sistemi alimentari, a cui è attribuito un terzo delle emissioni globali di gas serra, più equi e rispettosi dell'ambiente. L’obiettivo è quello di fare della sostenibilità un fattore competitivo per la nostra agricoltura, aumentando la superficie agricola biologica e riducendo l’uso di prodotti chimici fitosanitari e fertilizzanti».
 
Come ci si muoverà rispetto all’attività antimafia? 
«Il grande investimento realizzato in questi anni sulla conoscenza e cultura della legalità che ha dato luogo a protocolli e strumenti concreti per contrastare le infiltrazioni nel settore edilizio, rappresenta un patrimonio straordinario che il Piano ha fatto proprio e mette ulteriormente in valore. In particolare, il nuovo accordo con la Prefettura e la Provincia, approvato alla fine dello scorso anno, ha permesso di applicare l’informativa antimafia ad una casistica di interventi ancora più ampia, ricomprendendo tutte le manutenzioni, anche quelle del superbonus, indipendentemente dall’importo delle opere, nonché i passaggi di intestazione dei titoli edilizi. Credo che la sperimentazione sull’applicazione diffusa dell’informativa antimafia e della white list, ormai consolidata sull’edilizia, abbia tutte le caratteristiche per poter essere estesa ad altri settori quali, ad esempio, trasporti e commercio». 
 
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